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venerdì 7 novembre 2008

Bollicine


E' stato bello creare con i bambini, con l'aiuto delle carte di Propp e la grammatica di Rodari

IL NOSTRO LIBRO


















A TUTTI I BAMBINI DEL MONDO
BOLLICINE …

perché sono piccole sfere delicate, fragili, impalpabili ed evanescenti.
Riflettono sulla trasparenza della loro superficie
i mille colori del mondo dei bambini.
Parole, sentimenti , emozioni e pensieri leggeri
per donare a tutti momenti sereni.
PER OGNI BAMBINO SALUTE, SCUOLA, UGUAGLIANZA, PROTEZIONE
PREFAZIONE

La lettura e l’informazione rientrano a pieno titolo tra quelle imprescindibili opportunità educative che devono essere garantite al bambino lungo l’arco della sua formazione.
Da più parti si segnala la presenza di analfabetismi di ritorno, in quanto molti, terminati gli studi, abbandonano la lettura con conseguente diffuso impoverimento culturale.
La scuola, pertanto, ha il compito di trasmettere ai propri alunni quasi proprio per “contatto” la gioia di leggere, inventare, creare, scoprire, divertirsi…..e ciò traspare da queste pagine colorate d’amore e scritte da loro stessi. I bambini sono diventati autori di testi belli, genuini, semplici, dettati dal cuore, aiutati dalla fantasia e dal vissuto emozionale positivo che rende le loro storie un gioco divertente, creativo e coinvolgente.
I nostri autori in erba hanno avuto l’opportunità di esercitare in modo ludico l’identificazione e l’immaginazione, elementi base per lo sviluppo dell’intelligenza, della sensibilità e dell’ affettività.
“Palla di fuoco, il serpente invisibile, nastro d’argento, le lucciole del cielo, fate, maghi, streghe, alimenti e sensi personificati….” sono piccole Bollicine che hanno restituito ai bambini momenti della loro infanzia “rubata” e a noi lettori hanno donato attimi di nostalgia per una infanzia in cui la parola aveva più potere evocativo dell’immagine.
Complimenti miei piccoli!
Che questo amore per il Libro possa durare tutta la vostra vita.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
(Antonio DI COMITE)


Care bambine, cari bambini,
il giorno in cui queste pagine, fantasiosamente colorate, disegnate e scritte, compariranno sulle cattedre e sui banchi della vostra scuola elementare sarà una data importante. Tutti insieme ricorderete un bambino che tredici anni fa fu ucciso perché si era ribellato contro un sistema di sfruttamento che gli aveva negato la possibilità di avere un’infanzia e di crescere in salute e gioia: il piccolo pachistano Iqbal Masih. La sua ribellione non fu qualcosa che egli concepì come puramente personale. Fu invece un’energia che egli fu capace di convertire in una forza collettiva, rivolta al coinvolgimento e alla partecipazione di tutti i bambini sfruttati nella sua nazione e nel mondo.
Iqbal disse che "Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite".
Anche con queste pagine, con il lavoro cooperativo che le ha anticipate e gradualmente costruite, voi bambini non avete pensato solo all’esperienza personale del fantasticare, disegnare, colorare e inventare storie. Avete invece pensato che il vostro lavoro, il vostro impegno, sostenuto e guidato dalle maestre, sarebbe stato utile per i bambini lontani che l’UNICEF aiuta a sopravvivere promuovendone i diritti di base.
Avete anche pensato che i vostri racconti avrebbero aiutato i bambini del vostro territorio a vivere in un ambiente più sano, convincendo tutti gli adulti a cercare soluzioni all’inquinamentite , che fa stare male tutti: piante, animali e persone.
Se continuerete a essere così creativi e coraggiosi, altri bambini seguiranno il vostro esempio e crederanno nella necessità di liberare il mondo dall’ingiustizia e dalla sopraffazione che fanno soffrire le persone così come la natura.
Continuate ad avere con diligenza penne e matite in mano, perché esse vi aiuteranno a camminare con curiosità e sicurezza nel bosco, l’ambiente delle vostre fantastiche avventure.
Mimma Dragone
Presidente Provinciale UNICEF

E’ sempre un dono per tutti quando attraverso un lavoro fondato sulla cooperazione, l’ascolto e il potenziamento della creatività, i bambini realizzano qualcosa di nuovo vissuto con gioia ed entusiasmo.
Qualcosa che dà loro, ancora, la possibilità di avvicinarsi al magico mondo della lettura facendoli sognare, creare, pensare, fantasticare, elaborare… lontano da una società che tenta, a tutti i costi, di imporsi sul loro fragile IO.
Questo rappresenta “Bollicine”, testimonianza di un’esperienza di vita scolastica positiva, generatrice di idee e di desiderio di fare qualcosa che abbia anche un valore aggiunto… quello della solidarietà.
Bravi bambini e grazie per questi momenti magici che ci fate rivivere!

Dott. Stefano Fabbiano
Vice Presidente della Provincia di Taranto



Una storia al giorno toglie…il malumore di torno, con questa frase abbiamo voluto identificare il nostro percorso progettuale per avvicinare i più piccoli al magico mondo del libro.
Utilizzando le preziose risorse della nostra biblioteca scolastica”Librando”, abbiamo operato un’accurata scelta di testi di letteratura contemporanea per l’infanzia, attraverso la lettura dei quali stimolare e potenziare soprattutto quelle capacità di ascolto e di rielaborazione creativa esplicitata nelle molteplici attività di animazione alla lettura.
Coerentemente con quanto definito all’interno delle linee guida del progetto ministeriale della P.I. “Amico Libro”, che “affida alle scuole, nel rispetto della loro autonomia, la progettazione di percorsi educativi tesi a incrementare il piacere intellettuale ed emotivo del leggere e finalizzati allo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, delle competenze e all’esercizio della cittadinanza. La lettura investe profondamente la vita interiore del soggetto e la sua crescita personale. Leggere è sempre un’avventura intellettuale e formativa che getta un ponte tra le persone e le culture; è un viaggio legato al bisogno della persona di raccontare di sé e di scoprire l’altro, una forma di narrazione interiore e di traduzione per se stessi, un tempo e una occasione per coltivare la mente e le emozioni e avere cura di sé; è un continuo esercizio del pensare; è una esperienza vitale per la persona; è un laboratorio sempre attivo per l’educazione alla riflessione, facilita e favorisce l’apprendimento.Il libro, inoltre, può divenire un fantastico compagno di viaggio che consente di andare oltre le consuete categorie di tempo e spazio per favorire l’incontro con l’altro da sé…


L’atto della lettura concorre in modo determinante allo sviluppo delle competenze linguistico-espressive, all’attivazione delle capacità organizzative del pensiero, alla formazione del pensiero critico, libero, creativo e al pieno successo formativo.”
Si è potuto realmente constatare quanto entusiasmo e piacere esprimono gli occhi dei bambini nei momenti dedicati alla lettura; momenti nei quali ognuno si sente protagonista della storia ed è capace di trasferire il suo essere navigando serenamente nei mille mondi della fantasia.
Il passaggio poi dal piacere della lettura al divenire ideatori in primis di storie, è stato obbligato.
Le tecniche utilizzate sono state diverse: dalla costruzione ed utilizzo delle carte di Propp, ai mille esercizi della grammatica della fantasia di Rodari, passando, attraverso la rielaborazione in chiave umoristica di contenuti scientifici. È stato proprio così per i nostri alunni che sono riusciti a vivere l’esperienza scolastica con gioia. Dunque: una storia al giorno toglie… il malumore di torno!
Noi docenti auspichiamo che questa buona pratica continui anche tra le mura domestiche!
Non solo, ma attraverso queste storie, con la collaborazione dell’UNICEF, potranno sorridere anche i bambini meno fortunati dei nostri.
Le docenti della scuola primaria “De Gasperi” :
CAVALLO PATRIZIA , MASTROSERIO CHIARA, SALINARO ADELE ZINGARO LUISA,GIANNUZZI ANNA, COLAMITO EUGENIA, ANNA CARICASOLE, CARMELA IANNIBELLI, PATRIZIA OLIVA, MARIA POLITO.



NEL BOSCO INCANTATO


C’era una volta un bosco incantato dove scoiattoli, ricci, lucertole, serpenti, ghiri, gufi, volpi, lupi, uccelli, farfalle, api, calabroni, formiche e tanti altri animali vivevano felicemente
Ognuno faceva
il suo dovere e… A NOTTE FONDA
… si ritrovavano tutti nella discoteca
La discoteca si trovava nel tronco di una grande, vecchia quercia.
La quercia osservava gli abitanti del bosco e li invitava ad essere sempre buoni e saggi. In discoteca tutti si scatenavano: liscio, rock and roll e via….
….che divertimento!!!!!! E le LUCI ??? Una farfalla gigante, con le sue ali fosforescenti, illuminava tutta la discoteca.
Un giorno, però, le ali della farfalla si ammalarono:
aveva volato vicino ad una città dove c’erano tante fabbriche che soffiavano grandi nuvoloni neri.
I colori meravigliosi e fosforescenti delle sue ali divennero scuri scuri non emanavano più luce.
Gli animali del bosco non sapevano cosa fare: come aiutare la povera farfalla???
La portarono in ospedale. Era un ospedale per farfalle. “Vieni, vieni” disse una farfalla “ti faccio una flebo di colore.Tu hai l’inquinamentite!!!!
Non sai che è pericoloso andare in città???
Vieni, vieni, ti inietto i colori dell’ arcobaleno !!!”. La farfalla si sdraiò sul lettino e per la paura si fece la pipì sotto….. ma poi, piano piano, riapparvero i suoi bellissimi colori.
Ritornò nel bosco e continuò ad illuminare la discoteca a ballare e a cantare.Giurò che non avrebbe più messo una zampetta in città!


IL BOSCO FATATO
C’era una volta un bosco fatato dove vivevano:
Era un bosco particolare perché tutti gli animali parlavano. I fiori giocavano con le nuvole, le lucciole del cielo di notte cantavano la ninna nanna agli alberi, uno spicchio di limone vegliava sulle fate; di giorno Palla di fuoco faceva l’occhiolino al serpente invisibile che si divertiva a fare il solletico a tutti gli abitanti del bosco.
Nel bosco regnava
Al centro del bosco viveva un fiore straordinario di nome Margherì.
Era amico di tutti gli animali e in particolare di un uccellino di nome
Cipì gli raccontava del mondo.
Oggi i bambini facevano il bagno, come erano felici!Gli parlava del nastro d’argento che borbottava continuamente, della grande distesa tutta d’argento dove i bambini felici facevano il bagno, degli spari paurosi della guerra crudele, dei mal di pancia di Palla di fuoco, delle nuvole grigie per i fumi che uscivano da bocche spaventose.
Un brutto giorno, però, nel bosco arrivò una strega cattiva, cattiva che strappò
il fiore e lo trasformò in un brutto
Cipì corse dalle fatine.
Le fate prepararono una pozione:
raggi di Palla di fuoco, soffi del serpente invisibile, panna montata, mirtilli, fragole e la fecero bere al rospo.
…come per magia il fiore
Ciao Cipì, mi racconti di palla di fuoco…riprese a parlare con l’uccellino Cipì e nel bosco ritornò.

 
LA CIPOLLA E IL POMODORO
Non ne posso più! Nessuno piange per me…oh,povero me…
C’era una volta un pomodoro…
molto invidioso della cipolla.
Era così invidioso da diventare verde verde per la rabbia! Nessuno piangeva per lui! “Non ne posso più! Diceva, mi spremono, mi cucinano, mi affettano, mi pelano, mi tagliuzzano e mai uno che ha versato una lacrima per me!
Com’è strana la vita!
Tutti piangono solo per la cipolla, anche i bambini, i miei amici del cuore!”
Tutti piangono per la cipolla!!!!!
Si vede che non ha niente da fare! Che sciocco!!!
E’ verde per la rabbia!!
Così, ogni santo giorno, il pomodoro si lamentava…la cipolla paziente ascoltava e pensava: “Si vede che non ha proprio niente da fare! Che sciocco! E’ verde per la rabbia!
Un giorno però, la cipolla stanca di sentire la solita tiritera lagnosa disse:
“Finiscila! Ora non ti sopporto più! Sento sempre dire ai bambini com’è buono il pane con il pomodoro! Che schifo la cipolla! Che puzza! Ma ti sembra giusto!? Io schifo…io puzzo!?
Ingrati tu e i tuoi bambini, quei mocciosi!
Io che do loro forza al cuore e li proteggo dalle malattie! Ingrati!”.
Ingrati tu e i tuoi amici, io che do forza al cuore e proteggo dalle malattie!!!
Il pomodoro per la vergogna diventò rosso rosso e d’allora tutti i pomodori prima sono verdi verdi e poi rossi rossi e sono amici delle cipolle.
Provate per credere, assaggiate la focaccia con la cipolla, il pomodoro e le olive nere…



HAPPY TOWN
C’era una volta un bambino di nome Marco che viveva insieme alla sua famiglia nella città di Happy Town.
Happy Town era una città molto bella ma un po’ stravagante, infatti i segnali stradali parlavano spiegando le loro funzioni e le persone si fidavano e seguivano le loro indicazioni.

Così per la strada, oltre i clacson delle auto e le risate dei bimbi, si potevano ascoltare anche le voci dei segnali che dicevano:“STOPPP!
Attenzione c’è una curva pericolosa!
Devi girare a destra…..”
Tutti i pomeriggi Marco e i suoi compagni, dopo aver finito i compiti, si ritrovavano nel parco e insieme trascorrevano del tempo giocando e divertendosi tanto. Un giorno, mentre Marco giocava a palla, vide nascosto tra i fili d’erba, un bellissimo fiore blu che pian piano si aprì e fece venir fuori una piccola fatina dalle ali luccicanti. Marco chiamò subito tutti i suoi amici per mostrare la meravigliosa creaturina che spaventata volò e si nascose dietro le sue spalle. Allora la rassicurò dicendole: “Non aver paura, i miei amici non ti faranno alcun male”.
La fatina uscì fuori e fece amicizia con tutti i bambini e da quel momento ogni giorno giocava con loro.
A Happy Town regnava la tranquillità e tutti erano molto allegri tranne uno: il Pirata della strada. Pirata non era affatto contento e anzi non sopportava per niente quella felicità che c’era in città e decise che doveva far qualcosa per cambiarla. Penso e ripensò fino a quando non trovò il modo per trasformare Happy Town.
Quella notte mentre tutti dormivano, Pirata, a bordo della sua auto, girò per la città versando una pozione magica e pronunciando queste parole: “ Bim bum bam questa città si trasformerà e da allegra e felice, triste diventerà”.
Poi si sedette su un panchina e aspettò l’alba. Gli abitanti di Happy Town al loro risveglio trovarono una brutta sorpresa perché i segnali sembravano impazziti:
davano indicazioni sbagliate, facevano ruotare le loro frecce e si spostavano da un marciapiede ad un altro.
Ci furono molti incidenti e l’ospedale era pieno di gente che aveva bisogno di cure. Pirata,che era stato a guardare tutto il tempo, rideva a crepapelle ed era soddisfatto.
Marco capì subito che c’era qualcosa di strano e andò nel parco dalla fatina a chiedere aiuto. “Fatina, fatina!” urlò correndo. “Cosa succede ?” gli rispose la fatina “I segnali sembrano impazziti e le macchine non fanno che scontrarsi, devi aiutarmi!!!”. “Questa è opera di Pirata!” esclamò la fatina “Non preoccuparti …ci penserò io”.
La fatina volò subito sulla città e sparse la sua polvere di stelle lucenti. Immediatamente i segnali ritornarono ai loro posti e cominciarono a comunicare le giuste indicazioni.
Happy Town ritornò felice e più allegra di prima e Pirata sconfitto risalì sulla sua auto sfrecciando via come un razzo. “Vado via da questa città mielosa” gridò allontanandosi in fretta.
Vado via da questa città mielosa!!


TRA SCIENZA E FANTASIA


Forse nessuno lo sa
che in un posto o di qua o di là
vive una famiglia che molto bene sta !
Ha per cognome Pentasensi
ed è straordinaria se ci pensi…
Ne fan parte cinque figlioletti
che non son proprio degli angioletti.
Hanno tutti dei nomi buffi
e a star con loro non ti stuffi.
Sono quattro maschietti e una femminuccia
ed hanno un cane nella cuccia.
La femminuccia si chiama Vistolina
ed ha per soprannome “Sguardo da Birichina”
lei fa da guida ai suoi fratellini
pasticcioni e monellini.
C’è Uditino “Orecchiofino”
che si spaventa per ogni rumorino


ama la musica e le canzoni
che ascolta con i suoi due orecchioni.
Poi c’è Tattone “Granmanone”
che accarezza sempre il cagnolone,
ogni cosa tocca e stringe
e se si annoia allora dipinge.
Ecco arriva Olfattonio “Il Puzzolonio”
che ha un cugino di nome Antonio,
ha la puzza sotto al naso
e pianta fiori in ogni vaso.
Per finire c’è Gustano
chiamato in famiglia il “Mangiasano”
preferisce star con mamma in cucina
a pasticciare con la farina.
Consiglia a tutti cosa è giusto bere e mangiare
così nessuno avrà mal di pancia da curare.
Sempre allegri e molto curiosi
per tutti noi son fratelli preziosi!!!

“VISTOLINA”
Mi presento sono Vistolina
soprannominata “Sguardo da birichina”
Ho due treccine con dei fiocchetti
e due scarpette con dei tacchetti.
Con i miei occhi osservo tutto
ma nel buio non mi butto.
Amo i colori della natura
degli alberi, dei fiori e della frutta matura:
giallo, verde, blu e arancione,
rosso, viola e marrone!
Riconosco la forma di ogni cosa e la grandezza
e, se sono attenta, anche la trasparenza.
Son femminuccia e tanto graziosa
guardo tutto perché sono curiosa!
TATTONE”
Mi presento son TATTONE
soprannominato il “Granmanone”
mi piace toccare tutto ciò che trovo
e con le mani spacco un uovo.
Ruvido è il tronco e la foglia è liscia
come la pelle di una biscia.
Morbido è il materasso ed il cuscino
Duro il tavolo ed il dentino.
Sento freddo quando è inverno
e lo scrivo sul quaderno.
Quando è estate il sole brucia e mi metto sdraiato sento caldo, sudo e mi mangio
un bel gelato!

“GUSTANO”
Mi presento sono GUSTANO
soprannominato il “Mangiasano”
mangio di tutto ma sto molto attento
altrimenti un gran ciccione divento.
Mi piace il pollo con le patate
ma anche il pesce e le frittate.
Sono goloso di tiramisù e pasticcini
ma soprattutto di caramelle e cioccolatini!
Ogni giorno, però, mangio frutta e verdura che han vitamine
così cresco forte senza medicine.
Perciò, datemi retta, è molto importante fare attenzione
a seguire una sana ALIMENTAZIONE!!!
“OLFATTONIO”

Mi presento sono OLFATTONIO
soprannominato il “Puzzolonio”
a me piacciono i profumi più belli
ma non le puzzette dei monelli!
Della mia mamma mi piace l’odore
perché mi ama con tutto il cuore !
Anche la torta ha un buon profumo
e non è cattivo come quello del fumo.
“UDITINO”

Mi presento sono UDITINO
soprannominato il “Orecchiofino”
Amo il canto degli uccellini
e il suono dolce di mille violini.
Ma quanto fastidio mi danno i rumori
di clacson e dei motori.
Il martello che batte mi dà mal di testa
mi piace di più la musica di una festa!


Scopriamo il nostro giardino
Mettiamo i quaderni ed i libri in cartella
e andiamo fuori perché è una giornata bella!
Oggi c’è il sole e il cielo è sereno
e la maestra dice:”Tutti fuori in un baleno!”
Ai fratellini Pentasensi aiuto chiediamo
ed alla scoperta del giardino allegramente andiamo.
La prima a parlare è Vistolina
che dice : ”Guardate bambini che bella piantina!”
Ma oltre ai pini altri alberi osserviamo
molto diversi ed il loro nome non sappiamo.
Vistolina dice : “Questo è l’albero di Acacia e quello là è la Catalpa…
e chissà se nel giardino si nasconde una talpa.
Attenti, bambini, alla forma delle foglie
sono molto diverse come le voglie.


La foglia del Pino è a forma di ago
peccato che nel giardino non c’è un bel lago
mentre la foglia dell’Acacia
assomiglia ad una lancia!” .
Intanto Tattone ogni tronco ci dice di abbracciare
e noi diciamo: “ Sono ruvidi da accarezzare !”.
“ Attenti bambini” ci richiama Uditino
“Ascoltate il dolce canto di quell’uccellino!”.
Olfattonio poi ci dice di annusare ogni angolino
e di sentire il profumo di ciascun fiorellino.
Povero Gustano muore dalla voglia di mangiare
ma non trova nulla di commestibile da sgranocchiare!!!

IL NESPOLO E LA NUVOLETTA
Un albero di nespolo cresceva felicemente nell’orto botanico della Scuola Primaria
“De Gasperi”. Era felice perché l’avevano piantato i bambini e lo curavano con tanto amore.
In cambio, a primavera, donava loro i suoi saporiti frutti.

I bambini crescevano e con loro anche il loro amico albero, sembrerà una bella fiaba ma…con il passar del tempo i bambini si dimenticarono del nespolo.
Il nespolo soffriva molto, tanto che gli vennero delle strane malattie chiamate da tutti “depressione”e “disidratazione”…
E sì… aveva bisogno di amici e di acqua!!!!
Era quasi morto quando passò di lì una nuvoletta e il nespolo si mise ad urlare: “Acqua, acqua, amore amici!!!
Altrimenti muoio, i bambini non mi curano più! Pensano a litigare, ai computer, alle cose superflue e non vivono più in armonia con la natura”.
La nuvoletta si impietosì, si avvicinò e lasciò cadere delle fresche gocce di acqua.
Il nespolo piano, piano si sentì meglio e la nuvoletta si addormentò vicino a lui.
ACQUA, ACQUA…
ACQUAAAAAA!!!!
La nuvoletta decise però di farla pagare ai bambini. Ogni giorno li aspettava all’uscita della scuola e splash..splash li bagnava tutti anche quando andavano in giardino a giocare .
Era una vera disperazione!
Che fare? Come parlare con la nuvoletta, come capirla, come farla smettere?
Un bambino coraggioso (non si sa come fece) riuscì a raggiungere la nuvoletta e le chiese perchè si comportasse così. La nuvoletta rispose che anche i bambini e non solo gli adulti avevano dimenticato le cose più importante della vita: AMARE, AIUTARE GLI ALTRI, RISPETTARE LA NATURA!
Lo invitò a guardare il nespolo che con i suoi rami sembrava salutarlo.


“ Perbacco! Disse il bambino …il nespolo!”

Così ricominciarono a prendersi cura del nespolo e la nuvoletta non fece più dispetti e tutti vissero felici e con…tante nespole!



TOMO LO SPAVENTAPASSERI
C’era una volta uno spaventapasseri
che in un campo di riso pensava a trastullarsi.
Tutto di paglia era vestito
ed appariva davvero stupito
da attirare tanti amici
che con lui erano felici.
Tomo di viola aveva il giaccone
ed una tasca arancione,
in testa aveva un cappellone
di colore rosso melone.
Tomo era tutto colorato
ed era guardato come un gelato
al gusto di cioccolato.
Il vento muoveva lo spaventapasseri
mentre nel cielo volevano i passeri.
Il suo viso spiritoso era di compagnia
anche per
quelli che facevano la spia.
Era molto soddisfatto e contento
di essere dondolato ogni giorno dal vento.
Del suo riso piantato
era guardiano appassionato
e non passava giorno
che non si guardasse attorno.
A Tomo piaceva stare al sole
ma qualche volta beccava un acquazzone,
e tutto bagnato rimaneva impalato.
Era buono il grande Tomo
perché difendeva dal forte tuono
tutti gli animali intorno
che formavano un girotondo.
Solo i corvi erano quelli pericolosi
a cui chiese: “NON SIATE DISPETTOSI”
Tutti i corvi lo guardarono
e alla fine lo insultarono.
Ma il pupazzo innervosito
gridò: “LASCIATE IL RISO
PER ORA SOLO VI AVVISO !”
Dopo tanta discussione
si giunse a conclusione:
i corvi finirono di giocare
e si divertirono a cantare.
Per giorni durò la festa
e per merenda si mangiarono la Fiesta.
Nel campo di riso arrivarono le cavallette
convinte che il riso fosse zollette.
Lo spaventapasseri le invitò : “Restate qui
fate festa con noi
e gli amici portate con voi !”.
Una grande armonia si formò
e per tutti quanti la PACE TORNO’.

LA FATA BIRIBA’

C’era una volta una ballerina che amava tanto danzare.
Era molto bella, alta, magra, occhi celesti e capelli biondi. Il suo nome era Azzurra.
I genitori erano musicisti e preferivano che Azzurra studiasse per diventare una cantante.
Azzurra accettò di frequentare le lezioni di canto. Ma di nascosto andava a ballare.Una mattina, mentre si recava al corso di danza, sentì una vocina che la chiamava. Era la fata Biribà che avendo visto Azzurra disubbidire ai suoi genitori, la portò nel suo regno.
Qui c’era un fantastico castello circondato da fiori gialli e da alberi di nocciolo.
Azzurra si spaventò e iniziò a piangere.
La fata Biribà le disse di non piangere e portò Azzurra nelle sue cucine.
Qui si divertirono a cucinare frittelle e torte di nocciole magiche.
Azzurra portò così una torta ai suoi genitori e dopo averla mangiata …..magia magia.. accettarono per sempre di esaudire il suo desiderio. Azzurra divenne una ballerina……ma anche una brava cantante….

L’albero parlante

C’era una volta un albero di melo parlante che viveva su una collina.
Due bambini monelli volevano tagliarlo.
Improvvisamente si sentì un urlo, proveniva dall’albero.
I bambini si spaventarono e scapparono.
Attraversarono un prato di fiori rossi e ad ogni passo si sentiva un delicato profumo di gelsomino.
In realtà era il profumo della fata Gelsomina.
La fata Gelsomina poteva spezzare ogni incantesimo.
Tempo fa la strega Malibù, che viveva in un grande castello su un’isola deserta, aveva fatto una magia alla principessa dei boschi, trasformandola
in un albero di mele rosse, proprio quell’albero di mele rosse che i bambini volevano tagliare.
La fata Gelsomina, vedendo i bambini correre e sentendo l’albero urlare disse: “Ora basta, mi avete stancato! Devo dare una lezione alla strega Malibù e a quei monelli!”. Allora Gelsomina si recò al castello di Malibù e con la sua bacchetta magica trasformò la strega in un piccolo scoiattolo. Tornò sulla collina e fece una magia anche sui due bambini che incominciarono ad amare e rispettare la NATURA !
C’era una volta un drago che voleva mangiare una scimmia.
Questa viveva su un albero nella giungla tropicale.
Di giorno la scimmia si divertiva a saltare di ramo in ramo. Una mattina la scimmia di nome Goan fece un salto troppo lungo e si ruppe un braccio.

Il drago, vedendo Goan in difficoltà, pensò:
“ Gnam….Gnam…oggi si mangia!!”.
La scimmia spaventata iniziò a correre.
Il drago la rincorreva lanciando fiamme di fuoco.
Gli alberi della giungla gridavano e si agitavano per spaventare il drago e proteggere Goan. Ma il drago non aveva paura. Allora tutti gli alberi decisero di farlo ridere solleticandogli il grosso naso con i loro rami.
Il drago cominciò a ridere a crepapelle tanto da rotolarsi a terra e cadere giù dalla collina.
Finì in un ruscello e si bagnò tutto.
Povero drago…dalla sua bocca non uscivano più fiamme ma solo acqua.
Era molto disperato.
La scimmia ebbe pietà del drago e chiamò
in aiuto il suo amico Sole.
Il sole decise di aiutarlo solo se il drago prometteva di usare il suo fuoco per sciogliere il cacao e fare così una buona cioccolata. Così fu. Il drago riprese a sputare fuoco e imparò a fare delle …ottime cioccolate calde!

LA LEGGENDA DELL'ANONA
In un incantevole giardino di un re, cresceva un albero particolare e raro.
Il re aveva una sola figlia che si chiamava An.
An era triste perché una strega molto cattiva le aveva rubato il sorriso trasformando il suo sposo (un principe bellissimo di nome Ona) in un rospo.
Ogni giorno An si rifugiava sotto i rami di quell’albero e piangeva.
L’albero s’impietosì e decise di aiutare la principessa An. Sui suoi rami fece crescere dei frutti particolari. La strega cattiva li vide e ,attirata dal profumo, decise di assaggiarli e…come per magia, il suo cuore si riempì di dolcezza e diventò una fata buona.
Non vi sembrerà vero eppure ritrasformò il rospo in
An (la principessa) abbracciò Ona (il principe), si sposarono e vissero felici e contenti.
Il re decise così di chiamare quell’albero ANONA per ricordare la storia di An e Ona.
Ancora oggi l’anona cresce solo in alcuni giardini e i suoi frutti donano a tutti
tanta dolcezza (Provare per credere!).

 

mercoledì 5 novembre 2008

lentamente muore...

Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.


(P. Neruda)