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mercoledì 17 giugno 2015

L'occhio del lupo

                            L'occhio del lupo

                               https://www.youtube.com/watch?v=OTrU2Ry7tNo    Audio libro

                                 Daniel Pennac

Il ragazzo è immobile, ritto davanti al recinto del lupo. Il lupo va e viene. Gira in lungo e in largo senza mai fermarsi. "Che scocciatore, quel tipo…". Ecco quel che pensa il lupo.

Sono ormai due ore che il ragazzo sta davanti alla rete, piantato lì come un albero gelato, a guardare aggirarsi il lupo.
"Che vuole da me?"
Questo si chiede il lupo. Quel ragazzo lo turba. Non lo spaventa (un lupo non ha paura di niente), ma lo turba.
"Che vuole da me?"
Gli altri bambini corrono, saltano, gridano, piangono, fanno la linguaccia al lupo e nascondono il viso nella gonna della mamma. Poi vanno a fare i buffoni davanti alla gabbia del gorilla e ruggiscono davanti al naso del leone che frusta l'aria con la coda. Ma quel ragazzo lì, no. Rimane in piedi, immobile, silenzioso. Solo i suoi occhi si muovono, seguono il viavai del lupo, lungo la rete.
"E che, non ha mai visto un lupo?".
Dal canto suo, il lupo non riesce a scorgere il ragazzo che una volta su due. Perché non ha che un occhio, il lupo. Ha perduto l'altro lottando contro gli uomini, dieci anni fa, il giorno in cui fu catturato. All'andata dunque (se quella si può chiamare andata) il lupo vede lo zoo tutto interno, con le sue gabbie, i bambini che impazzano e in mezzo a loro quel ragazzo del tutto immobile.
Al ritorno (se quello si può chiamare ritorno) il lupo non vede che l'interno del recinto. Un recinto vuoto, perché la lupa è morta la settimana passata. Un recinto triste, con la sua unica roccia grigia e il suo albero morto. Poi il lupo fa dietrofront ed ecco lì di nuovo il ragazzo, col respiro regolare che emana vapore bianco nell'aria fredda.
"Si stancherà prima di me" pensa il lupo continuando il suo andirivieni. E aggiunge:" Sono più paziente di lui". E aggiunge ancora:" Io sono il lupo".
Ma il mattino dopo, svegliandosi, la prima cosa che il lupo vede è il ragazzo, in piedi davanti al recinto, sempre nello stesso punto. Per poco il lupo non è trasalito. "Non avrà mica passato la notte qui? … Il lupo aggrotta le sopracciglia. Gli secca porsi tutte quelle domande a proposito del ragazzo. Si era ripromesso di non interessarsi mai più agli uomini.
E da dieci anni mantiene la parola: non un solo pensiero per gli uomini, non uno sguardo, niente.
Il giorno dopo il ragazzo è sempre là. E il giorno seguente. E l’altro ancora.. Così che il lupo è obbligato a ripensare a lui.
Improvvisamente il lupo si sente molto stanco. C’è da pensare che lo sguardo del ragazzo pesi una tonnellata.
"D’accordo" pensa il lupo. "D’accordo!", "L’hai voluto tu!"
E , bruscamente si ferma. Si siede eretto, proprio davanti al ragazzo. E anche lui si mette a fissarlo. Non quello sguardo che vi passa attraverso, no: il vero sguardo, lo sguardo fisso.
Ci siamo. Adesso sono faccia a faccia. Non un visitatore, nel giardino zoologico.
Non c’è che il ragazzo. E quel lupo azzurro dal pelame azzurro.
"Vuoi guardarmi? D’accordo! Anch’io ti guardo! Si starà a vedere…". Ma c’è qualcosa che disturba il lupo; un particolare stupido: lui non ha che un occhio, mentre il ragazzo ne ha due.
A un tratto il lupo non sa in che occhio del ragazzo fissare lo sguardo. Esita. Il suo unico occhio salta da destra a sinistra e da sinistra a destra. Il ragazzo non batte ciglio. IL lupo è maledettamente a disagio; per niente al mondo stornerebbe lo sguardo, di riprendere la marcia non se ne parla.
Così il suo unico occhio impazzisce sempre più e ben presto, attraverso la cicatrice dell’occhio morto, spunta una lacrima. Non è dolore, è impotenza, è collera. Allora il ragazzo fa una cosa curiosa, che calma il lupo, lo mette a suo agio. Il ragazzo chiude un occhio. Ed eccoli là che si fissano, occhio nell'occhio, nel giardino zoologico deserto e silenzioso, con un tempo infinito davanti a loro...