IL MAGO DELL’ALFABETO
IL MAGO DELL’ALFABETO NON SAPEVA PIU’
PARLARE! AVEVA PERSO LE VOCALI… NESSUNO LO CAPIVA PIU’. DOVEVA DIRE BAMBINO E
DICEVA BMBN, MAMMA E DICEVA MMM, SOLE E DICEVA SL…POVERO ALFABETO…DOVEVA
TROVARE LE VOCALI PER FORZA!
COSI’ SI TRASFORMO’ IN UN
ROSPO E… CR CR CR… SI RITIRO’ VICINO AD UN LAGHETTO.
SENTI’ CANTARE: - A aaaa, E eee, I iii, O ooo,
U uuuu… SALVACI TU! SIAMO STATE RAPITE DALLA PERFIDA STREGA MAGU’. AEIOUUUUUU…
A a a a a, E e e
e, I i i i, O o o , Uu u u u
LE VOOOCAAALIIIII…!
…Aaaaah!- DISSE IL ROSPO -
ORA RICORDO, SIETE LE MIE AIUTANTI! AEOIOU…
MAGU’,UNA LUCERTOLA SARAI TU!”
COSI’ IL MAGO ALFABETO,
CATTURO’ LA LUCERTOLA E LA RINCHIUSE IN UNA GABBIA. RIUSCI’ A LIBERARE LE
VOCALE E RICOMINCIO’ A PARLARE COME SI DEVE: BAMBINO , MAMMA, SOLE…e visse
felice e contento con le sue amiche vocali.
NINNA NANNA DELLE VOCALI
NANNA NANNA DELLA A,
QUESTO BIMBO DORMIRÀ.
NENNE NENNE DELLA E,
DORMIREMO IO E TE.
NINNI NINNI DELLA I,
QUESTO BIMBO DORME QUI.
NONNO NONNO DELLA O,
QUESTA NINNA CANTERÒ.
NUNNU NUNNU DELLA U,
DORMO IO E DORMI TU.
QUESTO BIMBO DORMIRÀ.
NENNE NENNE DELLA E,
DORMIREMO IO E TE.
NINNI NINNI DELLA I,
QUESTO BIMBO DORME QUI.
NONNO NONNO DELLA O,
QUESTA NINNA CANTERÒ.
NUNNU NUNNU DELLA U,
DORMO IO E DORMI TU.
ROBERTO PIUMINI
IL
MAIALINO MIMI’
UNA MATTINA IL MAIALINO MIMI’
MANGIA
UNA MELA MOLTO MATURA, DEL MIELE,
DELLA MARMELLATA
E DI MORE E MIRTILLI
E UNA MORTADELLA INTERA!
POI MIMI’ VA A FARE MERENDA
DALLA SUA AMICA MUCCA
MOCA E MANGIA : MAIS, MANDORLE E MANDARINI.
ALLORA LA SUA MAMMA GLI DICE: SMETTILA!SE CONTINUI COSI’STRISCERAI COME UN VERME E LA PANCIA SCOPPIERA’ CON UN BOTTO: BUMMMMMMMMM…!
SCHEDA
IL MAIALINO MIMI’ MANGIA UNA MELA
IL MAIALINO MIMI’ MANGIA UNA MELA
IL MAIALINO MIMI’ MANGIA UNA MELA
IL MAIALINO MIMI’ MANGIA UNA MELA
IL MAIALINO MIMI’ MANGIA UNA MELA
IL MAIALINO MIMI’ MANGIA UNA MELA
IL MAIALINO MIMI’ MANGIA UNA MELA
IL MAIALINO MIMI’ MANGIA UNA MELA
IL MAIALINO MIMI’ MANGIA UNA MELA
IL MAIALINO MIMI’ MANGIA UNA MELA
IL MOSTRO PELOSO di H. Bichoonnier
Nel bel
mezzo di una foresta fitta fitta, in una caverna umida e buia, viveva un mostro
peloso. La sua testa era enorme, e da essa uscivano direttamente due piedini
piccolissimi. Per questo motivo non riusciva quasi a camminare, e se ne stava
sempre nella sua caverna. Aveva una bocca molto grande, due occhietti
azzurrognoli e due braccia lunghissime e sottili che uscivano dalle orecchie e
con le quali catturava facilmente i topi. Aveva peli dappertutto: sul naso, sui
piedi, sulla schiena, sui denti, sugli occhi, e anche in altri posti. Un bel
giorno capitò che un re che stava andando a caccia nella foresta smarrì la
strada. E senza accorgersene, si avvicinò alla caverna del mostro peloso.
Improvvisamente due braccia lunghissime uscirono dal buio e lo trascinarono giù
da cavallo.
-Ah, ah!- gridò l'orrenda bestiaccia,
-finalmente si mangia qualcosa di meglio dei soliti topi! E già il mostro stava
spalancando la sua bocca enorme, quando... -Aspetta, aspetta!- gridò il re, -Se
vuoi mangiar bene c'è in giro della roba molto più saporita di me! -Per
esempio? - domandò il mostro. -Qualche bambino morbido e cicciottello, - disse
il re. -Ah sì? Ah, ah !- disse il mostro. Legò alla gamba del re una fune
gialla lunghissima, e disse che lo avrebbe lasciato partire a patto che
tornasse indietro con un bel bambino da mangiare. Il re disse che avrebbe portato
il primo bambino che incontrava. -Stai attento, però!- disse il mostro, -se
cerchi di imbrogliarmi me ne accorgo subito e ti trascino di nuovo qui in un
batter d'occhio. Capito? -Capito!- disse il re. Salì sul cavallo e galoppò fino
ai margini della foresta. Lì si fermò, prese la spada e cercò di tagliare la
corda che lo teneva legato al mostro. Ma era tutto inutile: la corda non si
lasciava tagliare. Il re continuò a galoppare, sempre con la gamba legata. Era
ormai arrivato nelle vicinanze del suo castello quando vide proprio davanti a
sé, in mezzo alla strada, una bambina che correva saltellando allegramente.
< Ecco quel che fa
per me>, si disse. Ma quale non fu la sorpresa, non appena giunse più
vicino, nel vedere che la bambina altri non era che sua figlia, la piccola
Adele, scappata dal castello per andare a comprare dei lecca-lecca.E ti avevo
proibito di uscire dal castello! Ma subito dopo, ricordandosi della promessa
che aveva fatto al mostro, il re raccontò alla figlia tutto quello che era
successo; si mise a piangere e la piccola Adele dovette consolarlo. -Non
piangere babbo,- diceva, - io vado volentieri dal mostro che mi vuole mangiare.
-Ah, sventurata!- singhiozzava il padre. Fece montare a cavallo la bambina e si
diresse verso la caverna. Giunto che fu, depose tremando la figlioletta. Il
mostro slegò la corda e ordinò al re di andarsene immediatamente. Poi si girò
verso la bambina, che aspettava educatamente con le mani dietro la schiena. -Ah
ah!- gridò il mostro, - ora ti faccio la festa! -Peli sulla testa,- disse
Adele. -Come?- domandò il mostro, sorpreso. -Ho detto
perché tu hai i peli sulla testa,- rispose Adele. E infatti era vero. Era
logico che avesse peli sulla testa, visto che aveva peli dappertutto. -Ah, mi
prendi in giro, piccola insolente? -Peli sul dente. Il mostro chiuse subito la
bocca perché, anche se era un mostro orgoglioso di essere peloso, un po' si
vergognava di avere i peli perfino sui denti. Ma si riprese subito: -Ora basta,
facciamola finita! -Peli sulle dita. -Smettila, cosa credi? -Peli sui piedi.
-Io li mangio, i marmocchi. -Peli sugli occhi. -Preferisci che ti sbrani? -Peli
sulle mani. -Se credi di farmi pena... -Peli sulla schiena. -Ma guarda che
ragazzaccia! -Peli sulle braccia. -Bada, non avrò pietà! -Peli a volontà! Il
mostro, fuori di sé, si rotolava per terra in preda ad una collera furiosa. Da
vedere era anche carino, poverino. -Non sono modi da brava bambina! -Peli sulla
pancina. -Lo giuro, ti mangerò! -Peli sul popò. Era troppo. Il mostro, pieno di
rabbia, cominciò a gonfiarsi, a gonfiarsi, a gonfiarsi... finché esplose in
tanti piccolissimi pezzetti che volarono di qua e di là, trasformandosi in
farfalle di tutti i colori e in fiorellini profumati.
IL
TOPOLINO TATU’
IL TOPOLINO TATU’ ERA TRISTE PERCHE’VIVEVA IN UNA
GRANDE CITTA’.
UN GIORNO DECISE DI ANDARE A VIVERE NEL PAESE DI SAN GIORGIO IONICO.
STANCO E AFFAMATO ANDO’ A RUBARE L’UVA DEL CONTADINO.
CONTADINO
:”TOPOLINO TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO? ”
TATU’ : “MANGIO L’UVA”
CONTADINO:” CHI TI HA DATO IL PERMESSO?”
TATU’:”IO STESSO!”
CONTADINO:” E… SE IO TI ACCHIAPPO?”
TATU’:”IO SCAPPOOOOOOOOOOOOOO…!”
SCHEDA
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO ?
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO ?
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
TOPOLINO
TOPOLINO ,COSA FAI NEL MIO GIARDINO?
LA RANA RUMIRA
UNA STRANA RANA DI NOME RUMIRA VIVEVA IN UNO STAGNO, FACEVA UNO STRANO RUMORE… RRRRRRR.
" CIAO, SONO RUMIRA, LA RANA RUMOROSA ! VOGLIO ESSERE GROSSA COME IL BUE LA MIA PANCIA GONFIERO’…RRRRRRRRRRRRRRRRRR…MA BUUUUMMMM…LA
POVERA RUMIRA SCOPPIO’!
La rana
Rumira faceva uno strano rumore
LA RANA
RUMIRA FACEVA UNO STRANO RUMORE
La rana
Rumira faceva uno strano rumore
LA RANA
RUMIRA FACEVA UNO STRANO RUMORE
La rana
Rumira faceva uno strano rumore
LA RANA
RUMIRA FACEVA UNO STRANO RUMORE
La rana
Rumira faceva uno strano rumore
LA RANA
RUMIRA FACEVA UNO STRANO RUMORE
La rana
Rumira faceva uno strano rumore
LA RANA
RUMIRA FACEVA UNO STRANO RUMORE
La rana
Rumira faceva uno strano rumore
RIRU’ E LA
LUNA
C’ERA UNA VOLTA RIRU’,
UN PESCIOLINO
TANTO BIRICHINO!
UNA NOTTE VIDE LA LUNA,
PER SUA SFORTUNA.
INCOMINCIO’ A SOSPIRARE…
GUIZZANDO NEL MARE.
“NONNO STREGONE,
LA LUNA DEVI CATTURARE
E IN FONDO AL MARE
LA DEVI PORTARE!
CON LEI VOGLIO GIOCARE”.
IL NONNO PENSIEROSO
RISPOSE:”OH, PER DINDIRINDINA, RIRU’
TI ACCONTENTO ORA
E POI MAI PIU’!”
NONNO STREGONE LA
LUNA CATTURO’
E A RIRU’ LA
PORTO’…
MA LA LUNA TRISTE DIVENTO’.
COSI’ NONNO STREGONE
A RIRU’ ORDINO’:
“LIBERALA IMMEDIATAMENTE!
LA LUNA DEVE ESSERE
SEMPRE SPLENDENTE…”
RIRU’ IL NONNO
ASCOLTO’
E LA LUNA
LIBERO’
CHE FELICE
NEL MARE SI RISPECCHIO’
ED ORA, QUANDO E’
PIENA, GUARDA RIRU’ IL PESCIOLINO
E GLI FA PURE
L’OCCHIOLINO.
C’era una
volta una bambina di nome Sissi.
Un giorno la S si arrabbiò perché Sissi aveva tossito a bocca aperta e con un colpo di tosse scappò
via dalla sua bocca. Per questo si mette la mano davanti alla bocca quando si
tossisce.
Povera Sissi, ora non sapeva più parlare. Un vero problema! A
scuola la maestra disse: “Sissi , dimmi la filastrocca della S”.
Sissi:” Queta è la filatrocca della…
Apetta maetra non la o.
È capata con un colpo di toe.
L’ha prea il vento e l’ha mea ull’albero.”
“Sissiiiiii… cosa dici?” Esclamò la maestra.
“Maetra aiutami tu, ali ull’albero, prima che il erpente che
ibila la porti via! Io ono trite enza la
. Dico trada,ole,orella ofia,aleia,imone e neuno mi capice!
La maestra si rese conto del pasticcio e chiamò il serpente
Susù che sibilando riportò la S a Sissi.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
E a parlar bene ricominciò.
Da quel giorno stette
molto attenta, ma ogni tanto, finge di perdere qualche consonante perché ha
inventato un linguaggio segreto e ci gioca spesso con i suoi amici.
La maestra e i suoi alunni 1A/1B
C’era una volta una bambina di nome Sissi.
Un giorno la S si arrabbiò perché Sissi aveva tossito a bocca aperta e con un colpo di tosse scappò
via dalla sua bocca. Per questo si mette la mano davanti alla bocca quando si
tossisce.
Povera Sissi, ora non sapeva più parlare. Un vero problema! A
scuola la maestra disse: “Sissi , dimmi la filastrocca della S”.
Sissi:” Queta è la filatrocca della…
Apetta maetra non la o.
È capata con un colpo di toe.
L’ha prea il vento e l’ha mea ull’albero.”
“Sissiiiiii… cosa dici?” Esclamò la maestra.
“Maetra aiutami tu, ali ull’albero, prima che il erpente che
ibila la porti via! Io ono trite enza la
. Dico trada,ole,orella ofia,aleia,imone e neuno mi capice!
La maestra si rese conto del pasticcio e chiamò il serpente
Susù che sibilando riportò la S a Sissi.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
E a parlar bene ricominciò.
Da quel giorno stette
molto attenta, ma ogni tanto, finge di perdere qualche consonante perché ha
inventato un linguaggio segreto e ci gioca spesso con i suoi amici.
La maestra e i suoi alunni 1A/1B
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
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Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
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Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò. 2 copie
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
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Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
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Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Sissi la prese al volo e in bocca la risistemò.
Filastrocca della S
Sssssss… fa il serpente
e…non mi fa male più il
dente.
Ssssss… ha Sofia
che porta via la
malinconia.
Ssssss… ha Simone
che non è un limone.
Ssssss… ha Alessia
che dolce come una poesia.
Ssssss… fa Sara
che è una perla rara.
Ssssss…ha Samuele
che mangia tante mele.
La filastrocca della S
abbiam inventato
E tutti abbiam imparato!
La maestra e gli alunni
della 1A/1B
Filastrocca della S
Sssssss… fa il serpente
e…non mi fa male più il dente.
Ssssss… ha Sofia
che porta via la
malinconia.
Ssssss… ha Simone
che non è un limone.
Ssssss… ha Alessia
che dolce come una poesia.
Ssssss… fa Sara
che è una perla rara.
Ssssss…ha Samuele
che mangia tante mele.
La filastrocca della S
abbiam inventato
E tutti abbiam imparato!
La maestra e gli alunni
della 1A/1B
|
Filastrocca della S
Sssssss… fa il serpente
e…non mi fa male più il
dente.
Ssssss… ha Sofia
che porta via la
malinconia.
Ssssss… ha Simone
che non è un limone.
Ssssss… ha Alessia
che dolce come una poesia.
Ssssss… fa Sara
che è una perla rara.
Ssssss…ha Samuele
che mangia tante mele.
La filastrocca della S
abbiam inventato
E tutti abbiam imparato!
La maestra e gli alunni della
1A/1B
Filastrocca della S
Sssssss… fa il serpente
e…non mi fa male più il
dente.
Ssssss… ha Sofia
che porta via la
malinconia.
Ssssss… ha Simone
che non è un limone.
Ssssss… ha Alessia
che dolce come una poesia.
Ssssss… fa Sara
che è una perla rara.
Ssssss…ha Samuele
che mangia tante mele.
La filastrocca della S
abbiam inventato
E tutti abbiam imparato!
La maestra e gli alunni
della 1A/1B
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TESTO TEATRALE
PAROLANDIA
PRESENTAZIONE
Nella
casa di Parolandia
viveva
un cuoco eccezionale
che
con le lettere dell’alfabeto
creava parole in grande segreto.
Un giorno però
il cuoco s’ ammalò
e tutte le parole sbagliò.
Adesso bambini state ad ascoltare
la storia fantastica che stiamo per
raccontare.
CUOCO – Ohi ohi, come mi sento male
oggi. Mi fa male la pancia, mi gira la testa, ohi ohi ohi
Devo comunque fare il mio lavoro …
allora nel pentolone mescolo un pò di consonanti e poi aggiungo aggiungo, (pensa e poi indica
con il dito la A) tu, vieni tu.
VOCALE A – Io? devo venire proprio io?
CUOCO – Sì sì, proprio tu, salta nel
pentolone.
VOCALE A – (salta nel pentolone) AAAAAAA
CUOCO -
Adesso do una bella mescolatina, eeee… ullalà, paroline parolone venite
fuori dal pentolone.
VOCALE A – (salta fuori dal pentolone e
dice) bambana, giacattala, bacaclattala,
CUOCO – oh noooo!!! Che cosa ho combinato? Butto tutto e ricomincio . Dunque ,dunque
qualche consonante e poi (pensa e poi con il dito indica la E) Tu vieni e salta
nel pentolone!
VOCALE E – Sei sicuro? Devo venire
proprio io?
CUOCO – sì sì proprio tu. Vieni
VOCALE E – ok ( salta nel pentolone)
EEEEEEEEEE…
CUOCO – mescolo per benino, eeeeeee… ullalà
, paroline parolone venite fuori dal pentolone.
VOCALE E – (esce dal pentolone e
dice) bembene, gechettele, bececlette …
CUOCO – nooo… ho sbagliato un’altra
volta!!! Mi tocca svuotare di nuovo il pentolone e ricominciare daccapo.
Qualche consonante e poi (indica la I con il dito) vieni tu, salta dentro.
VOCALE I – Io, hai chiamato me?
CUOCO – certo certo, salta dentro il
pentolone.
VOCALE I – (salta dentro ) IIIIIIIIIIIIIIIII
CUOCO – rimescolo bene bene eeeeee
ualà paroline parolone venite fuori dal
pentolone
VOCALE I – (esce dal pentolone e dice)
bimbini, gichittili, biciclitti …
CUOCO – non può essere vero! Ma avrò la
febbre altissima ! devo concentrarmi e
ricominciare tutto. Qualche consonante e (punta il dito sulla O) tu tu salta
nel pentolone.
VOCALE O – sei sicuro questa volta? Devo
venire proprio io?
CUOCO – sì sì, non perdiamo altro tempo salta dentro.
CUOCO – sì sì, non perdiamo altro tempo salta dentro.
VOCALE O – (salta nel pentolone)
OOOOOOOOOOOOO
CUOCO – ok …questa volta penso di aver
fatto bene. Mescolo un po’ eeeeee… ullalà paroline parolone venite fuori dal
pentolone
VOCALE O – (viene fuori dal pentolone e
dice) bombono, gocottolo, bococlotto..
CUOCO – non è possibile! Ma cosa mi
succede? Ok, calma, devo mantenere la
calma. Ricomincio … qualche consonante e (punta il dito sulla U) adesso vieni
tu
VOCALE U – io cuoco?
CUOCO – sì sì, forza dentro il
pentolone.
VOCALE U – (salta dentro il pentolone)
UUUUUUUUUUUUUU
CUOCO – bene bene, giriamo un po’ eeeee…
ullalà paroline parolone venite fuori dal pentolone
VOCALE U – (esce fuori dal pentolone e
dice ) bumbunu, gucuttulu, bucucluttu ….
CUOCO – non ci posso credere! Ho bisogno
di un dottore, qualcuno mi aiuti per favore
TUTTE LE VOCALI – stai tranquillo amico
cuoco,
e riaccendi subito il fuoco
per formar le paroline e parolone
tutte noi dobbiam saltar nel pentolone
le consonanti dobbiam abbracciare
se le parole giuste vogliam formare
e dopo aver ben mescolato
Vedrai che risultato!!!!
TUTTE LE VOCALI – (saltano nel
pentolone) AAAA EEEEIIIIOOOOUUUUUU
CUOCO – (mescola)
TUTTE LE VOCALI – bambini, giocattoli,
bicicletta …
CUOCO: eeee…ullalàààà
le parole giuste eccole qua
Io la febbre non ho più
…ora mescola vocali e consonanti anche
tu.
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