Cerca nel blog

domenica 22 dicembre 2019

Scrittori di classe

Scrittori di classe 

  Scuola Primaria"De Gasperi"

Testi inediti a cura degli alunni 



Domitilla e Zephyr

Era estate, faceva molto caldo, le cicale cantavano senza sosta. In un campo estivo  era previsto, per il pomeriggio, un mini concorso per gli animali domestici.

Vinceva chi presentava l’animale più carino.

Fra i concorrenti c’era una bambina di nome Domitilla ed il suo animale domestico Zephyr .

Domitilla era una bambina straordinaria, con gli occhi che brillavano di gioia. Era uno spirito libero, con una capigliatura dorata che danzava al vento mentre correva insieme a Zephyr, il suo piccolo drago. I suoi occhi erano come finestre aperte su un mondo di meraviglie, sempre pronti a scoprire qualcosa di nuovo. Sorrideva sempre e quando sorrideva le lentiggini danzavano sulle guance.

Zephyr, l'animale domestico di Domitilla, era  straordinario (si dice che possedeva poteri magici, mah…) ma,( c’è sempre un ma!)suscitava disgusto negli altri bambini. Il suo aspetto era quanto di più lontano ci fosse dall'idea tradizionale di un drago. Le sue scaglie erano grinzose e puzzolenti, di un colore indefinito tra il marrone e il verdastro. La cresta di cristallo sulla testa sembrava ricoperta da una patina di cacca di topo e le ali, invece di essere delicate, erano spellate e pieni di macchie. Aveva una lingua lunga e a penzoloni dove avevano fatto casa una colonia di puzzolenti scarafaggi. Puzzava puzzava, peggio delle puzze che fa mio nonno! E pare che fosse proprio l'aspetto disgustoso di Zephyr a renderlo così unico.

Ma ecco arrivare i concorrenti Dorian e Vastatore con i loro suo animali domestici :

“Ah, ah , ah, è disgustoso! Non vincerà mai! Saranno i nostri piccoletti a vincereeeeeeeeee…sono super super! Che puzza…Domitilla , allontanalo… bleàaaaa… Mi fa vomitare!”

 Domitilla nè si preoccupò e né li ascoltò. L'amore per Zephyr rimaneva inalterato. Nonostante le parole crudeli degli altri bambini, lei lo difendeva con determinazione e orgoglio. Ogni volta che guardava Zephyr , i suoi occhi brillavano di gioia, di amore e di avventura. Domitilla aveva la capacità di vedere la bellezza al di là delle apparenze e ciò faceva di lei una bambina straordinaria.

 Ma all’improvviso: “Cra cra cra…sono qua , non sono un pesce né un baccalà!”

Domitilla sorridente  disse: “Wow...una rana, ciao come ti chiami?”

“ Mi chiamo Rana Stracolmi e mi piace raccontare colmi”.

 “ Oooh, OK, ma cosa sei venuta a fare qui?”

 “Certo  te lo dico bella bambina…

se leggi prima la nota segreta attaccata alla mia zampina.”

Rispose Rana stracolmi.

Domitilla prese la nota segreta e lesse: "Zephyr è un'animale meraviglioso, tu sei una persona speciale per averlo. Non lasciare che le parole cattive degli altri ti feriscano. Con affetto, Rana stracolmi."

La nota rese Domitilla sprizzante di gioia e ,con il cuore in gola per la forte emozione, ringraziò la rana Stracolmi.

“Celafaremoooooooo…rana salterina, grazie mille!”

“Dunque, continuò la rana Stracolmi, sono qui perché volevo dirti anche che sta arrivando un mio amico: Peratoons,  ti aiuterà con il tuo Zephyr, ma ha un piccolo difetto, devi dargli una pera a desiderio e ….Oh, eccolo, Ciao!”.

 “Ciao, sono Peratoons, dammi una pera a desiderio o ti do in pasto a Saverio!”

Domitilla rispose: “Che simpatico…vuole farmi ridere! Eccoti una pera, ma adesso posso esprimere un desiderio?”

 “ Certamente!”disse Peratoons.

 “ Vorrei rendere felice il mio Zefyr”.

 “Il tuo desiderio è un ordine! Puzze del nonno, puzzole dei boschi, puzze di Zephyr…suonate!”

Tataratà…prrrrrr..tataratà...prrrrr..tataratà...plash plushsssss...

Domitilla : “ Ma ma ma… non è cambiato niente!”.

Peratoons : “ Sì, invece, ora ha il potere di essere felice e far felice. Di cos’ha paura il tuo drago?”.

“Degli applausi”. disse Domitilla.

Peratoons rispose :“Ok, allora applaudisci”.

Domitilla applaudì e Zephyr “Proottttt…prottt..prott" si alzò in volo e...

Mentre gli altri animali facevano trucchi o facevano le fusa, Zephyr cantava in aria melodie incantevoli con la sua  voce soave ed era tanto felice.

 Il pubblico rimase incantato . E…anche se il disgusto verso Zephyr era ancora presente, l'aria si riempì di gioia e meraviglia.

Peratoons disse: “ Hai visto che ha funzionato?”. Ora però tocca a te fargli vincere il concorso , ciaoneeeeee…”

La fata turchina Doroty aveva regalato a Domitilla un cuscino. Non era un semplice cuscino. Era intessuto con fili d'argento e decorato con piccoli diamanti e smeraldi incastonati .Aveva il potere di amplificare i poteri magici. Domitilla lo portava sempre con sé. E…quando Zephyr si posò su di esso, il cuscino emise un radiante bagliore argentato, rafforzando la sua magia e consentendogli di creare uno spettacolo di colori  straordinario.

Ma, quando sembrava che il pubblico stesse per cambiare idea su Zefyr, una potente tempesta si scatenò all'improvviso, con venti forti che rovesciarono tutto il concorso. Domitilla si preoccupò per la sicurezza di Zephyr, ma sorprendentemente, il drago emise un altro raggio di luce multicolore dalla sua bocca, trasformando la tempesta in uno spettacolo di colori e luci. La sua magia amplificata affascinò tutti i presenti.

Anche il giudice del concorso.

Così tutti impararono a non giudicare dalle apparenze e capirono che la bellezza poteva trovarsi ovunque, anche nelle forme più inaspettate.

Ma ora vi chiederete : Chi ha vinto il concorso?

Direte Zephyr. Forse, ma io non ve lo dico …alla prossima!

Sentimento target: L'unicità è ciò che rende il mondo un posto meraviglioso!

 


Il tesoro di Peluchino

Nel regno incantato di Dormilandia, una terra circondata da colori brillanti e forme bizzarre, viveva una bambina straordinaria di nome Domitilla.

Domitilla era bella e luminosa come il sole, i suoi  occhi erano luccicanti e i capelli sembravano riflettere l'arcobaleno. Buona, gentile e raffinata, sprizzava gioia da ogni poro, portando con sé un senso di luce e meraviglia ovunque andasse.

Aveva un animale domestico particolare, chiamato Peluchino. Un piccolo mostro peloso con occhi che scintillavano come gemme magiche e un sorriso pieno di denti aguzzi come piccole spade incantate. La testa di Peluchino era grande quanto un globo, ma coperta da ciuffi di peli iridescenti che sembravano danzare come coriandoli incantati. Mentre le altre creature del regno si nascondevano al solo vederlo, Domitilla  abbracciava teneramente il suo amico mostruoso, trasmettendogli un amore magico e incondizionato.

Il buffone di corte ogni volta che lo vedeva diceva:”Disgustosooooo…Domitilla, allontanalo da me! Puzza più di una puzzola!”

Domitilla rispondeva:” E’un vero tesoro…ne vedrete delle belle! Peluchino è magico…presto ve ne accorgerete.”

 Era il giorno del concorso degli animali del regno, a breve avrebbero eletto l’animale più bello. C'erano cuccioli di gattini dalle zampe incantate e cagnolini con collari che brillavano come stelle cadenti. Pappagalli iridescenti svolazzavano mentre cantavano melodie incantate, un coniglietto con orecchie che sembravano ali di farfalle si esibiva con salti elegantissimi, un cane bizzarro,un topolino curioso...

Ma quando Domitilla si presentò con Peluchino…tutti gridarono: “E’ orripilante! Che disgusto…buttatelo nel fosso!”

Peluchino era triste, nessuno si avvicinava a lui…chinava la testa e piangeva in silenzio.

Così Domitilla decise di intervenire. Fece un fischio e una strana rana canterina saltò dal fossato del castello. Era una rana con macchie blu iridescenti sulla schiena che sembravano riflettere il cielo stellato.

“Cra cra cra…Peluchino, Peluchino

su su..beviamoci un bicchiere di vino!”

Peluchino iniziò a ridere a crepapelle…e mentre rideva nell’aria si sentì un tintinnio di campanellini magici e nel frattempo uno strano biglietto, con una nota, si poggiava ai piedi di Domitilla.

Domitilla la lesse ad alta voce: ”Sotto il ponte c’è un cuscino, porta lì Peluchino”.

Domitilla ubbidì.

Peluchino stanco si addormentò sul cuscino. E come per magia il cuscino incominciò a volare…

Portò Peluchino in un mondo più a misura di tutti…un mondo dove nessuno si curava dell’aspetto fisico, dove “l’essenziale era invisibile agli occhi”, dove tutti ma proprio tutti, vivevano felici.

Re Poltronas gli regalò la mappa delle emozioni…”Chi trova la felicità trova un tesoro! Bim bum bam…”

Era il primo indizio per cercare un vero tesoro…ma il tesoro era già lì.

Peluchino ritornò da Domitilla  con il suo magico cuscino.

Domitilla per la gioia rise come se fosse un tintinnio di campanellini magici e annunciò a tutti concorrenti:"Beh, Peluchino è davvero speciale e unico nel suo genere, ma è dolcissimo! Vedrete! Parteciperà al concorso di bellezza."

Gli altri animali si esibivano con incantesimi o facevano apparizioni magiche. Quando fu il suo turno, Peluchino aprì la bocca spaventosa e... cominciò a cantare una melodia incantata. Aveva trovato il tesoro, era nelle sue corde vocali ed ora lo condivideva con il pubblico! Un canto, una melodia che penetrava il cuore di tutti i partecipanti. Nell’aria, come per magia, le lucciole captavano le molecole della gioia e le diffondevano  in ogni dove… che spettacolo emozionante!

Il pubblico rimase incantato ed emozionato chiese scusa a Peluchino.

Il disgusto iniziale si era trasformato in ammirazione per la straordinaria performance di gioia che Peluchino riusciva a trasmettere con le sue note d’amore.

Quel giorno, tutti impararono che la bellezza e il talento possono essere trovati anche in creature inaspettate.

Sentimento target: Accettazione della diversità, diversità come ricchezza.


a.s 2022-2023

INCIPIT 

Finalmente il nuovo batterio a cui aveva lavorato per mesi era stato sintetizzato! Si trattava di un microrganismo in grado di assorbire gli oli sversati in mare dagli umani; non aveva ancora eseguito delle prove sul campo, ma per quello ci sarebbe stato tempo… O forse no! Proprio in quell’istante, la radio subacquea le portò una notizia sconvolgente: nel bel mezzo dell’Atlantico una nave petroliera si era appena rovesciata, rilasciando in mare tonnellate e tonnellate di petrolio che certamente avrebbero inflitto enormi danni all’ambiente. Suo papà, scienziato anche lui, era via per lavoro e lei non era mai uscita dal laboratorio, ma quella era un’occasione unica per provare il suo esperimento. Aqua Nerd decise quindi di raggiungere con un sottomarino di linea il luogo dell’incidente e liberò il batterio appena creato, che cominciò a “mangiare” il petrolio. «Eureka! Funziona!» gridò esaltata. Tuttavia, dopo pochi minuti si rese conto che qualcosa non stava funzionando come previsto: il batterio si stava pian piano trasformando, diventando sempre più grosso e minaccioso… Si era tramutato in una specie di gigantesco Kraken mutante! «Ehm… questo non era previsto» borbottò tra sé Aqua Nerd prima di essere sbalzata via da uno dei tentacoli della sua stessa creatura. Scivolando giù nelle profondità dell’oceano, la scienziata cadde ai piedi, o meglio, alle chele di Keeper, un buffo guardiano di tesori sommersi con la passione per l’hip-hop! Aqua Nerd spiegò la situazione all’animale, che chiese: «In pratica hai creato un mostro di cui non sai come liberarti?». Aqua Nerd annuì pensierosa. «Mmm… si direbbe che la Spugna Gigante dell’Atlantico faccia al caso tuo!» aggiunse il granchio, spiegando che si trattava di un tesoro sommerso che forse avrebbe potuto sconfiggere il mostro riuscendo ad assorbirlo a sua volta, ma neppure lui sapeva la sua posizione esatta! «Un momento…» aggiunse Keeper con un sorriso «non hai detto di avere degli amici hacker?»

Prosegui con il tuo racconto…

----------------------------------------------------------------------------------------------

“Certooooo…Grazie Keeper, mi consulterò con il mio vecchio amico hacker don Chisciotte!”

“Don chi?... Sciotte? Quel  nobiluomo, di buon cuore e determinato a realizzare i suoi sogni, vissuto nel 600?”

“Sì sìììììììììììììììì…grazie alle sue scoperte è ancora vivo! Oggi è l’hacher più famoso.”

--------------------------------------------------------------------------------------

Mail stragalattica a: donchisciotte@libero.it

Ciao , sono Aqua Nerd ho bisogno del tuo aiuto. Un Kraken mutante gigantesco sta distruggendo il mare. Occorre necessariamente modificare o distruggere la formula del batterio, creato in laboratorio, in grado di assorbire gli oli sversati in mare dagli umani, che ha generato questo mostro!

Ti abbraccio

Aqua Nerd

----------------------------------------------------------------------------------------

Mail a aquanerd@gmail.com

Mi trovo in missione nel Mar Nero, devo bloccare la distruzione delle centrali nucleari. Sono molto impegnato…la guerra mi tormenta. Comunque mandami la posizione con google maps e il codice di accesso ai dati della creazione del batterio.

Ti abbraccio

Don Chisciotte

------------------------------------------------------------------------------------

Mail a donchisciotte@libero.it

Che grande amico!

https://www.tuttocitta.it/mappa/san-giorgio-jonico/via-alcide-de-gasperi

Codice di accesso: 04-ioamoilmare-26-57

Saluti e baci

Aqua Nerd

------------------------------------------------------------------------------------------

Don Chisciotte entrò con il codice di accesso nei data basic del laboratorio:

e aiutandosi con questa formula binaria:

1 * 25 + 1 * 24 + 0 * 23 + 1 * 22 + 0 * 21 + 1 * 20 

trasformò il mostro mutante kraken in un rospo gigante!

“Cra cra cra…voglio la mia principessa!”

 Gracidava il rospo ma dopo un po’: Boooouuummmmm…scoppiò.

Ahahahahahah…ahahahahah… sghignazzò Aqua Nerd.

Ora c’era da salvare il mare dal petrolio e dai resti del kraken mutante. Bisognava fare pure subito. I resti del kraken potevano riprodursi! Ora è proprio il caso di dire che: il mare era  in un mare di guai!

 Bisognava cercare la Spugna Gigante dell’Atlantico che, in un’ aspirata, avrebbe ingoiato tutto il petrolio e i resti del mostro sparsi nel mezzo dell’Oceano.

Aqua Nerd e Keeper sapevano che non era facile.

La spugna era custodita, in una profonda caverna oceanica, dall’orca assassina Merrow …brrrrr…che paura!

Aqua Nerd e Keeper tremavano come un budino.

Ma Keeper sapeva con certezza che l’orca aveva un punto debole: diventava buona se qualcuno le cantava la ninna nanna.

Keeper chiamò la sirenetta Ninnaò che era la migliore cantante di ninna nanne di tutto l’Oceano Pacifico.

Così Aqua Nerd, keeper e Ninnaò partirono alla ricerca della caverna. Dopo tanto navigare e con l’aiuto di google maps arrivano nelle vicinanze della caverna.

Ninnaò incominciò a cantare:

“Ninna nanna piccolina…

Oh, mia bella orchettina

dormi sul tuo morbido cuscino

nel tuo caldo lettino

tra la sabbia, le alghe e le spugne marine

vicino alle fatine.

Cullata dalle onde del mare

sogni belli puoi fare.

Con i pesci monelli giocare

per il mare viaggiare

tra una balena, uno squalo

 e un delfino nuotare.

Per imparare

a vivere ed amare.

E quando sveglia tu sarai

ancora  avventure vivrai

se la spugna ci darai.

Solo così il mare salvare potrai…

Ninna nanna piccolina…

Ninna nanna piccolina…

La melodica ninna nanna raggiunse i timpani dell’orca  assassina Merrow  che,  in un baleno, abbandonò la caverna e seguì Ninnaò.

Keeper e Aqua Nerd spalancarono la porta della caverna e fecero uscire la povera Spugna Gigante dell’Atlantico tenuta prigioniera dall’orca da tanti anni. La spugna, felice per la sua libertà, seguì Aqua Nerd e keeper.

Raggiunsero il punto dell’Atlantico dove la nave petroliera si era incagliata, rilasciando in mare tonnellate e tonnellate di petrolio. A velocità della luce, la spugna assorbì tutto il petrolio e i resti del Kraken mutante.

 Il mare era salvo e Aqua Nerd felice!

Ma ora vi domanderete: Cosa se ne faceva un’orca assassina di una spugna gigante? E che fine ha fatto l’orca Merrow?

Va beh…adesso è proprio tardi…alla prossima!

 ----------------------------------------------------------------------------------

a.s 2022-2023

INCIPIT

PLIC! PLIC! PLIC! «Ma che…?» domandò Pearl, sentendo una corrente d’acqua gelida accarezzarle la fronte. In effetti, alzando gli occhi al soffitto notò immediatamente qualcosa di strano… la sua lussuosa abitazione costruita all’interno di un iceberg proprio al centro del Mar Glaciale Artico si stava erodendo! Ma com’era possibile? Una volta riemersa in superficie, Pearl notò che gli effetti irreversibili dei cambiamenti climatici causati dall’uomo avevano fatto staccare il loro iceberg mandandolo alla deriva verso aree più calde. Doveva avvertire tutti i suoi vicini: se non avessero spostato l’iceberg sotto cui vivevano, avrebbero rischiato grosso! Purtroppo, però, gli abitanti di quelle gelide acque non volevano dar retta a Pearl: nessuno soffriva particolarmente il caldo, anzi, un po’ di tepore era il benvenuto! Per fortuna Psy, il suo fidato amico, era in grado di leggere nella mente, perciò avrebbe capito che non stava mentendo. «Lo sai che non leggo più nella testa altrui! Non lo trovo corretto!» esclamò lui. In quel momento venne colto da un brivido di caldo, cosa che gli succedeva sempre quando la temperatura dell’acqua non era abbastanza fredda, causandogli grande malessere. Fu allora che Psy capì che la situazione era grave e accettò di aiutare l’amica. Già, ma in che modo? Pearl aveva un piano: riportare l’iceberg al posto originario! «Ma da soli non ce la possiamo fare!» protestò lo squaletto. «È per questo che abbiamo bisogno degli umani!» rispose Pearl. «Dobbiamo girare un documentario sui rischi che noi animali marini corriamo se con i loro comportamenti continuano ad alterare i parametri climatici della Terra! Magari capiranno quello che hanno combinato e, con l’aiuto delle loro navi rompighiaccio, potremmo spostare il nostro amato iceberg!» Ascoltando questa idea, a Psy, che era un grande appassionato di cinema, si illuminò il terzo occhio… «Hollywood! Arriviamooo!» Prosegui con il tuo racconto…

Benvenuti a Hollywood puoi venire da qualsiasi posto, non hai bisogno di un diploma. (Quentin Tarantino)

“Bene bene, disse lo squaletto Psy, chi inizia bene è già a metà dell’opera!

Signor Quentin, abbiamo fatto tanti tantiiiiiiiiiiiiiiii…km per arrivare qui. Può aiutarci? Dobbiamo girare un documentario sui rischi che noi animali marini corriamo se gli umani con i loro comportamenti continuano ad alterare i parametri climatici della Terra. Sappiamo che lei ci può aiutare. Dobbiamo informarli che stiamo andando alla deriva…prima che sia troppo tardi!”

“ Quattrocento squali, ottocento balene, settecento merluzzi, ottocento delfini, trecento pesci spada, mille sardine…per ottantamila fa: trecentoventicinquemila animali marini del Mar Glaciale Artico… io domino, io domino gli animali marini!Sono importante, impor…tante, ops imp…aiutoooooooooooo…stiamo distruggendo la terra e tutte le meraviglie degli oceani!

Io sono importante…imp…singh singh...Oh povero me. Non potrò dominare più nessuno!Dovrò rassegnarmi…ma non POSSooooooooo… …devo intervenire!” Quentin era disperato…tre per mille tremila…tremila lacrime! Nooooooo…devo aiutarli.

 Era ormai convinto che doveva aiutare Pearl e Psy quando prese la sua super video camera e incominciò a registrare tutti i comportamenti dell’uomo…e in men che si dica realizzò un documentario FANTASTICO. Un documentario fatto come si deve…la gente quando lo vedeva si strappava i capelli e anche i peli e diceva:- Che stupidi !Dobbiamo proteggere e rispettare il mare e tutta la natura, altrimenti moriremo tutti!Aiutiamo Pearl e Psy.

Chiamarono il comandante Baffuscus, capo assoluto di tutte le navi rompighiaccio.

“Se volete posso mettervi a disposizione anche Erculos l’amico di Babbo Natale che è ancora in ferie. E’ lui che fa le rotte a Babbo Natale per passare con la sua gigantesca slitta carica di regali. Ha dei muscoli super …tostissimi come rocce. Potrebbe spostare una montagna! Dobbiamo farci aiutare da Babbo natale. Disse Baffuscus e siccome aveva il numero di cellulare di Babbo Natale chiamò subito.

“Prontoooooooooooooo…chi osa disturbarmi a quest’ora? Io sto riposando…devo portare…ronf  ronf  ronf…non ce la posso fareeee…! Ronf ronf ronfffffffffffff…che sonno! I bambini resteranno senza regali!”

“Questo vecchio è proprio rincitrullito!Non sa cosa sta succedendo nel mondo…o poveri noi..”Pensò il comandante Baffuscus

“Ehiiiiii…svegliatiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii… chiama il tuo amico Erculos, c’ è un mare da salvare! Altro che regali!”

“Un mare da salvare...Sono sugli attenti!Dimmi”

“Erculos con l’aiuto delle mie navi , deve riportare l’iceberg al posto originario, altrimenti saremo tutti nella cac..ca! Ecco l’ho detto!”

Erculos arrivò in un baleno centro del Mar Glaciale Artico e con l’aiuto delle navi rompighiaccio, tanta forza, tanta fortuna e buona volontà riuscirono a riportate l’iceberg al posto originario. Il mare era salvo e con lui tutti gli abitanti del mare. Lo squaletto Psy e l’amico Pearl , ancora adesso, saltano per la gioia!


----------------------------------------------------------------------------------

L’elfo Gasperino a.s. 2021-22

Mi presento: sono Giovanni, un bambino con poteri speciali perché parlo con tutta la natura! Conosco almeno mille lingue!
Mi diverto un sacco...tutti mi dicono: "Ma parli da solo?" E non potete immaginare che spasso!
Frequento una scuola…uhummm, posso dirlo?
CACCOSA, ecco l’ho detto!
Caccosa perché puzza puzza.
L’elfo Gasperino ( se lo prendo gli faccio il culetto ciccioletto rosso rosso) con i suoi amici invisibili ,ogni mattina, puntualmente fanno la cacca sotto gli alberi del super giardino della scuola .
Si sentono  solo strani suoni: prprprprrrrrrr…prprprprrrrrrr…puuuuuu, splash...ma non si vede niente.
La catalpa, l'albero più elegante e chiacchierone, che è il sindaco del giardino, è sfinita. Non respira più e con il fiatone mi racconta ,rigorosamente in catalpese, la vita da giardino.
Mi ha detto che ha bandito un concorso:
                                         IL FIORE PIU’ PROFUMATO
Chi farà crescere il fiore più profumato  nel giardino della scuola, sarà eletto assessore all’ambiente.
Le maestre Carmela e Anna  che non sopportano i prepotenti, le ingiustizie e gli straccetti di pollo al limone, sono prontissime a partecipare con la loro mitica squadra 1^B. Anch’io sono un loro alunno.( Fortuna?...mah, si vedrà, a dire il vero sembrano due befane!)
 “Uno per tutti , tutti per uno”. Questo sarà il nostro motto. Le due befane ci credono assai.
Ma…c’è sempre un ma. Per caso(si fa per dire), ho scoperto che Gianmarco, un partecipante al concorso  di  un’altra classe, che è un imbroglione ,verserà, ogni giorno sul seme e poi sul fiore, il profumo che usa la sua mamma!
Roba da non crederci.
Non si imbroglia!
Va in giro dicendo:”Ahahahahah…vittoria assicurata, sarò io l’assessore all’ambiente!”
Me l’hanno  riferito: catalpa sindaco, pino guardiano e la lucertola Lilli che passa le giornate a prendersi il sole sul muretto del giardino e non le sfugge nulla!
Le cacche e le puzze viscide continuano senza sosta e pure i partecipanti al concorso continuano a piantare semi senza sosta.
Ecco che ,come per magia, il giardino si riempie di fiori straordinari e tutti profumatissimi.
Uno però ha un profumo particolare. Un profumo dolce, lieve,tenero …irreale,  I-NE-BRI-AN-TEeeee… che si sente da un miglio.
 Eh eh…proprio così, è il fiore di Gianmarco! Che lo ammira con aria da bullo.
Ops…vuoi vedere che vincerà l’imbroglione?
Tutti in silenzio aspettiamo l’esito della giuria.
Una folata di vento attira il nostro sguardo.
 Suspense… appare l’elfo Gasperino! Soffia sul fiore di Gianmarco  che SSSSsssss...si piega e appassisce.
Il profumo aveva reso il fiore fragile e troppo esile.
Ridacchiando ma  increduli, ci gustiamo la scena.
 Ahahahahahahahahah...ben ti sta! Mi vado ripetendo.
La faccia di Gianmarco, è viola come una melanzana e quasi esce il fumo dal naso e dalle orecchie. Sembra una locomotiva a vapore.
Gasperino dice, con una vocina da elfo sicura e decisa: “Chi fa imbrogli se li sbrogli! Se può…” e sparisce.
Gianmarco corre a chiudersi nel bagno per la vergogna!
E così, tutta la 1^B , compreso io (...e ci mancherebbe, parlo tutte le lingue della natura! Parlo anche il catalpese…), siamo assessori all’ambiente.
L'elfo Gasperino è diventato il nostro guardiano amico e, solo ogni tanto, fa ancora la cacca sotto la catalpa… però i fiori la rendono profumata.
Ebbene sì, ora la mia scuola non è più caccosa.
E’ profumatosa!
Ora vi chiederete: “E Gianmarco?”
Gianmarco ,dovete credermi, ora è il mio migliore amico e ha anche lui qualche potere speciale, ha già imparato il “lucertolese”!
E' chiaro allora? Quando perdi, non perdere la lezione...mi raccomando!

 


Nella scuola Gasperino gli alunni sono tutti speciali. A volte parlano una lingua diversa perché spesso perdono le vocali o le consonanti. E non sanno il perché. Stella , un’alunna della 1^A, un giorno si  rifugia nel bagno perché c’era un’ombra che la inseguiva! Povera Stella.

“Chi mai sarà! Aiutooooo…ohohohoho…mi scappa la pipì, ora la faccio qui”. Urla, accovacciata sotto il lavandino e trema come un budino.

Si fa coraggio, si alza. Si guarda allo specchio.

Uno specchio strano, non era lei quella riflessa, era l’ombra di Gasperino che la seguiva!

 Gasperino il mago dell’alfabeto che è affamato di lettere e le ruba ai bambini.

“Oh,per dindirindina…sono morta!”Così Stella sviene e Gasperino le ruba con un filo invisibile  la consonante L e le dice: : “Per ventiquattro ore resterai senza L  però potrai capire chi sono i veri amici”. Con fatica Stella si rialza ma…

Povera Stea…ora parla così

Spaventata ritorna in classe.

La sua maestra Elisa che è tutta di un pezzo e somiglia alla signorina Rottermeier, le dice: “Stella dove sei stata? Stella , devi dirmi la filastrocca della L.

Stella  va in panico, balbetta e desiste...mae…maestra, io veramente…

“Stella sbrigati o ti punisco!” Conclude il trombone della Rottermeier.

“Ecca ecca  a caramea

dea bimba bea

come una stea

ecca ecca a padea

dea frittea

con a nutea…

ecca ecca…”

“Stellaaaaa…,urla l’acida signorina, che fine ha fatto la lettera L?

Vai a posto! Zero zero spaccato!”

Stella singhiozzando ritorna al suo posto.

Nel frattempo, Emanuele l’amico del cuore di Stella che è un guerriero Ninja, corre nel bagno e scova Gasperino  sotto il bidè. Gasperino si colora di rosso fiamma, come se avesse preso fuoco…sa di non aver agito bene.

“ Ti ho trovato finalmente! Sputa la lettera L…la mia amica è nei guai! Maledetto elfo sgangherato e rincitrullito che perdi l’alfabeto. Faccio la conta sillabosa per tre e  se la L non restituirai la mia spada dai mille poteri ti sgretolerà!

La le li lo lu…la le li…”

“Aspetta ,aspetta, la devo cercare, mi si è incastrata tra i denti…al el il ol ul, eccoti la L e non ne parliamo mai più! Ora sparirò e in questa scuola mai più ritornerò”.

Emanuele, lesto lesto, se la infila in bocca. Torna in classe si avvicina a Stella e, con un bacio da principe ,le restituisce la lettera L.

Gli occhi di Stella sprizzano di gioia.

Maestra la so, ci riprovo:

“Lecca lecca la caramella

della bimba bella

come una stella…

lecca lecca la padella

della fritella

con la nutella…

lecca lecca…

Brava brava Stella! E’ la voce della maestra che ora è mielosa mielosa.

Stella commossa si rivolge a Emanuele:

“Grazie Emanuele tu sì che sei un vero amico!E’ proprio vero che il momento migliore per farsi degli amici è prima di averne bisogno!

Buon vento a tutti quelli che non hanno AMICI”






Ma che fragola succede!

 “Ecco, finalmente un colpo di fortunaaaa...Hipster , icona di stile cosmico,è stata ammessa al concorso “Orti spaziali”!
Woww…io amo i concorsi, amo il verde, amo la natura… il mio paese,  è sano e pulito.
Sono stata ammessaaaaaaa… !Ma che brava…che bella che sono…
Vincerò il primo premio”.
Incredula, continuava a ripetersi l’aliena Hipster.
Ed era tanta la sua gioia che condivise post dappertutto: su Instagram, Facebook, Twitter ,Telegram e anche su Tik Tok.
 Driing driing …“Signorina Hipster , è lei il mio braccio destro del concorso Orti Spaziali?
Sono Ciclope ,l’ alieno proveniente dal pianeta Fanghiglia…dai rispondimi anche su Instagram e diventa  un mio follower o facciamo su Tik Tok?”.
“Ciclope , il marziano?
Noooooooooooooo…puzzi puzzi…Io sono un’aristocratica!Rispose Hipster.
“Perchéèèèè ,perchéèèè…a me!Ciclope è stato il mio peggior nemico durante il corso di giardinaggio.Faceva sempre il buffone con la mia dolcissima e carinissima amica Hullalà. Le ripeteva sempre :
Hullalà che bontà.
Tanti baci a volontà…
Hipster aristocratica
Sei proprio antipatica!
Hullalà hullalà baci a volontà.
Non era per niente simpatico e poi puzzava come una patata marcia…
pussa via da me che sono garbata e gentile”.Continuava a imprecare Hipster.
Così Hipster, incavolata nera,uscì di casa e si recò di corsa  alla S.S.L. (Serra spaziale lunare).
Ma ecco arrivare Ciclope: “Ciao,ti stavo aspettando Mademoiselle Hipster, dobbiamo subito curare il nostro orto”.
“Ma questo alieno è matto matto da legare…con lui non ci sto,uffa uffa!”
Ciclope che era sì presuntuoso ma molto buono,le disse:
“ Voglio vincere a tutti i costi, quindi se accetti non ti farò muovere un dito.
Farò tutto io. Ci stai?”.
 “Noooooooooo… e poi no!Scordatelo... scor-da-te-lo!
Mumble... mumble… Mumble... mumble…
...Però, però ,pensandoci bene, io non farò nulla e non mi sporcherò…vorrei tanto vincere e avere quel trofeo “sbrilluccicoso”. Quindi farai tutto il lavoro tu?...
beh… beh… ok ci sto.”Disse Hipster imbarazzata, mentre con le mani  nascondeva una parte del volto,diventato rosso come un pomodoro per la rabbia.
(celafarò,celafarò...autocontrollo  Hipster, ripeteva in silenzio per convincersi).
“Hurrà hurrà ,vittoria assicurata! Esultò Ciclope che pensava di essere l’alieno più bravo di tutti, in fatto di orti.
 
Il concorso consisteva nel far crescere nell’orto spaziale  fragole succose,profumate e colorate di un rosso scarlatto.
Ciclope prese una zappa e cominciò a lavorare la terra per piantare le fragole.
Hipster lo seguiva, a debita distanza.
E così che hanno inizio le avventure e le… disavventure.
”Un lombrico!Aiutooooo…è viscido, ohi ohi ohi, ha fatto la cacca sulle mie scarpette preziose!
 Bleah Bleah… ma che schifo!
 Assomiglia a un mostro di cui ho un’immagine nel libro di biologia.
Aiutoooo… Ciclopeeee…anche il mio fiocco si è sporcato…sono un’aristocratica io! Perbacco…sob sob, non ce la posso fare:lombrichi, letame, puzzette di Ciclope.
Ciclopeeeeeee…puli…puliscimi le scar…scar…peee….
Ci…clope...ops,sven…go.
Si sentì, a malapena, la vocina strozzata di Hipster.
 “Ahahahahah…Ora che la signorina”lasciami stare” è svenuta ,ne approfitto per mettere un po’ di fertilizzante.
Così le fragoline cresceranno una meraviglia!” Pensò Ciclope.
Ma, ma…Crash crash…Ciclope inciampò. Tutto il flacone si versò su quelle tenere piantine…
E così, in un batter d’occhio ,  le fragoline si ingrandirono a dismisura.
Erano diventate  grosse grosse, quanto una mongolfiera.
Dai lati spuntavano denti affilati come rasoi , braccia lunghe quanto una quercia e gli occhi iniettati di sangue.
 “Ciclope che …cosa …hai combinato!!??!?”. Esclamò Hipster che si era appena ripresa dopo lo svenimento.
“Ho solo messo questo “fertilizzante per fragole!”
Rispose Ciclope e passò il flacone a Hipster.
“Ma cosa hai al posto del cervello… una noce?
Hai letto gli effetti collaterali, vero?”.
Ciclope scrollò le spalle e aggiunse: “Cosa sono gli affetti e la colla con ali?
Ma la colla ha gli affetti, le ali?…ma che dici!”
 L'aliena sbuffò e lesse: “Ef-fet-ti col-la-te-ra-li: mutazione del corpo sottomesso.
 Oh, perdindirindina…cavoli !Aiuto! Aiuto! Cosa hai fatto, Ciclopeeee…!”
 Urlò Hipster e scappò, a gambe levate , perché una fragola voleva papparsela.
“Che aristocratico bocconcino, veramente succolento…gnam gnam gnam”.
Andava ripetendosi  la gigantesca fragola,con la lingua da fuori dalla quale colava una lunga scia di acquolina che imbrattava tutto.
Ciclope: “Non è colpa mia! Mi è scappato dalle mani!”
Hipster: “Avevo ragione, non dovevo accettare e venire in questo posto brutto,puzzolente e con un combina guai come te!Aiutatemiiiii…”
Ciclope: “ Non è vero, questo posto profuma!”
 “Stai zitto! Io con te non parlo più!”
Disse con voce affannata e tremolante la povera Hipster.
Sembrava che anche le fragole ce l’avessero con lei.
Una fragola addirittura le vomitò in testa.Oh…povera Hipster .
Fece in tempo a dire:“Aaaahhhhhhh! Che schifo, soffoco, il mio fiocco!”che incominciò,senza volerlo, a cantare:
lalalalalalalalalala…
Ciclope vieni qua.
Anch’io sono un’aliena puzzolente
Amo anche il lombrico e il serpente.
Yeh yeh yeh
ma sul pianeta Pulitonio devo arrivar
e su un libro devo cercar
se antidoto anti-mutazione voglio trovar
Ciclope vieni qua…
lalalalalalalalalala…
dammi un colpetto
e per te avrò tanto rispetto!
Ciclope le diede il colpetto sulla schiena e Hipster smise di cantare:
 “Grazie Ciclope! Non riuscivo più a fermarmi!”. Disse esterefatta.
Ma adesso,udite udite,stranamente erano diventati amici.
Non litigavano più. Anzi collaboravano.Vi sembrerà impossibile, Hipster invitò Ciclope sulla sua navicella super lussuosa! E…vai a tutto gas, per le infinite vie dell’universo .Dovevano al più presto trovare la ricetta dell’antidoto.
 Hipster e Ciclope visitarono tante biblioteche ultra spaziali e, finalmente,  sul pianeta Pulitonio trovarono il libro degli  antidoti anti-mutazione spaziali.
Hipster lesse ad alta voce:
“Versare sulle fragole giganti:
un chilo di bontà ricavata dai pasticcini dell’orco di Pulitonio;
venti grammi di curiosità ricavate dalle parole della pettegola di Pulitonio;
mezzo chilogrammo di coraggio ricavato dalle mutande di Ciclope;
mezzo chilogrammo di umiltà ricavata dalle mutande di Hipster.
Mescolare il tutto, frullare e spargere sulle fragole giganti.
 Così, in men che si dica, ritorneranno ad essere fragoline.
“Che strana ricetta...Ciclope ma siamo coinvolti!”.
Aggiunse Hipster.
“Certamente, ma  ma  ma… io devo confidarti che per la paura me la sono fatta addosso, la cacca intendo”.
Disse Ciclope.
“Ah, ora capisco perché le tue mutande.
Devo confessarti che anch’io, per la paura, me la sono fatta addosso,  la pipì intendo. Ora capisco.
Le fragole perderanno la loro potenza con il tuo coraggio caccoso e la mia pipì umiltosa!
 Yeh yeh yeh e poi Yeh yeh yeh…ci siamo!
Evvaiiiii, produciamo l’antidoto anti-mutazione.
 Non è difficile. Forza .
C’è un intero orto lunare da salvare!”
Tesero un tranello all’orco di Pulitonio .Gli rubarono tutti i pasticcini.
Li misero in uno strano tubo metallico stellare. Lo agitarono e così ricavarono un chilo di bontà .
Si recarono dalla pettegola.
Hipster la intrattenne a chiacchierare e catturò, con uno strano aggeggio stellare, tutti i suoi pettegolezzi che, con l’aiuto di un super laser spaziale, si trasformarono in venti grammi di curiosità.
Ciclope e Hipster si tolsero le mutante e le aggiunsero agli altri ingredienti. Mescolarono il tutto… ed ecco l’antidoto anti-mutazione giallo, più puzzolente dell’universo.
Ritornarono nella S.S.L., trovarono  una pistola spara dardi e  delle siringhe. Rimescolarono ancora tutti gli ingredienti.
Misero il siero giallastro in ognuna delle siringhe , caricarono le pistole e … PAM! Colpito il primo mostro fragola; PAM! Colpito il secondo ;
PAM! Colpito il terzo… e via di seguito.
 Le fragole si rimpicciolirono all’istante.
Woww…esclamarono i due, ormai amici per la pelle.
L’ orto spaziale  e la luna erano salvi.
Ed ora, il loro orto appariva più bello che mai.
Cliclope lo curò ogni giorno, mentre Hipster gli preparava succulenti pranzetti.
La loro vita scorreva piena di amore per le loro fragole e cura per il loro fantastico orto.
Ma, c’è sempre un ma…
Un virus terribile “Sars Covid19” minacciava tutto l’universo.
Tutto cambiò…bisognava procedere con la Dad o con la DDI per seguire e condividere con la giuria i lavori dell’orto.
Sembrava un vero disastro.
“#celafaremo#celafaremo a vincere anche in remoto.
L’importante è rispettare le regole e non scoraggiarsi mai…e poi, con l’amore per la natura, prima o poi distruggeremo anche il virus…”.
Continuavano a ripetersi i due protagonisti.
Ben presto, il giorno della premiazione arrivò in remoto e….
Clap Clap Clap…si sentì un fragoroso applauso  che proveniva dal grande schermo che lì, impalato, sembrava il guardiano degli orti spaziali.
In effetti era stato proprio quel guardiano insolito a riprendere e condividere la cura e la crescita delle piantine.
Una voce calma e decisa annunciò:
”I vincitori del concorso Orti spaziali sono: Hipster e Ciclope, il trofeo sbrilluccicoso è loro!  ”.
” Iuuuh!Troppo gentili, troppo gentili!
L’applauso va a chi sa vivere in simbiosi con madre natura e ne ha cura.
Noi c’abbiamo provato”.
Risposero in coro Hipster e Ciclope.
Mano nella mano(ormai erano congiunti), i due protagonisti ringraziavano tutti. Anche le loro mutande!Ahahahahahah…
Avevano messo in pericolo la Luna e l’avevano salvata.
Erano riusciti anche a vincere il concorso “Orti spaziali” .
Ora, non  restava loro che andare in giro per lo spazio infinito.
Bisognava  pubblicizzare ,su tutti i pianeti e soprattutto sulla terra che:
 
BASTA PRENDERSI CURA DI UN ORTO PER VIVERE MEGLIO
ANCHE  DURANTE LE PANDEMIE!
#forzamondocelafaremo

 

aznegremE,iuq enoizats etnatoR

(Traducetelo  nella vostra lingua…ahahahah…)

“Aiuto, mi sentite…mi sentite…aiuto siamo in pericolo, qualcuno mi sente?Siamo in pericolooooo… Qui Stazione Spaziale Rotante V . Amigo Pi ci sei?”
“Caramba ! Ci sono, ci sono. En  santiamen e sono da vos, resistete amigos, devo cercare il mio grosso e peloso amigos alieno e devo ricaricarmi con le mie monetas per potervi raggiungere.
Bigwig  Bigwig  Bigwiggggggggg…,urlò Pi, ma dove mai si sarà cacciato?Ah… ahi esta…Rincitrullitos e pelosos svegliatiiiiiiii…dovemos raggiungere la Stazione Spaziale. C’ è un’emergenzas!”
“Emergenzas…ma lasciami in pace. Ho bisogno del mio sonnellino pomeridiano…stavo sognando la mia cometa Hale Bopp! Rispose Bigwig.
“La nostra supermobile Delta-X è prontas per affrontare i pericoli, saltas su, prima che ti prendas a calci nel popòs! Forza socio…c’è un’emergenzas! Esortò Pi.
A malincuore e ,mogio mogio ,Bigwig si sforzo a salire sulla supermobile. Raggiunsero in pochi parsec la Stazione Spaziale RotanteV.
“Pi, il problema è veramente grosso, c’è un malfunzionamento del sistema di filtraggio, stanno per terminare le scorte d’acqua della stazione e  non ci restano che poche ore di autonomia! Disse il grande capo della Stazione Rotante.
“Amigo tranquillo,siamo qui per aiutarvi, Bigwigggg…studiamo un pianos. Dai apri quegli occhi da gatto e connettiti con il tuo mondo stellare!” Aggiunse Pi.
“Occhi da gatto? Parla occhi da rana!Ahahahahh…sono bello io, ho solo un po’ di peli in più…la mia mamma non vuole farmi fare  la ceretta. Costerebbe troppo!” Rispose Bigwig.
“Se non ti sbrighi te la faccio io la cerettas! Muoviti, pigrone! ”Disse  Pi mentre continuava ad ingozzarsi di antiche monete spagnole.
“Beh…un piano ce l’avrei, ma i pericoli sono in agguato. Potremo rivolgerci alla mia amica cometa. Lei potrebbe rifornire la Stazione di acqua”.
Disse a voce bassa l’alieno peloso.
“Forza allora mettiamoci in viaggio, i nostri amigos hanno bisogno di noi. Sollecitò Pi, carico di entusiasmo.
“ Pi Pi…, ci stiamo avvicinando troppo al So..” Disse bigwig con voce sofferente. Il sole era ormai vicinissimo, a tal punto che Pi decise di fare una cosa pazza.
“ Cambierò la distanza del..” Disse Pi, anche lui con un fil di fiato!
“Pi, sei pazz…??!!” Rispose Bigwig.
“Scherzavo…attento sto per virare…destra,sinistra, wowwwww…alla massima velocità della luce, tieniti strettos Bigwig. Concluse Pi, mentre la navicella supermobile faceva le piroette nello spazio.
”Pi! Stiamo per andare contro quegli asteroidi! Dobbiamo superarli per andare avanti. Attenta!. Accelera e premi quel tasto!” “Aiuto ci stiamo per schiantare!” “Attentaaaaa... cerca di schivare gli asteroidi più grandi… Fiù! Che sudata! Ma ce l’abbiamo fatta…wow, siamo vivi!
Ops , ho parlato troppo presto, aiutoooooooo…un buco nero... Aggiunse Bigwig.
Pi e Bigwig vennero risucchiati e catapultati su uno strano pianeta: Il pianeta Fifoni.
“Che alieni strani …oh nooooo…ci vogliono mangiare, sono affamati! Centrale Spaziale S.O.S. Strani alieni vengono verso di nos ci vogliono mangiare. Ripetos ci vogliono mangiare! Disse Pi.
“Qui centrale Spaziale, muovetevi che abbiamo pochissima acqua, declamate una filastrocca sui mostri spaziali…quegli alieni sono dei fifoni”
“Mostri mostri spaziali
aprite le ali
volate sul pianeta fifoni
e catturate questi buffoni
perchè anche se sono affamati
tutti vanno amati
e certamente non mangiati!”
Pi:” Per tuttes le monetas del firmamento, stanno indietreggiando.
Bigwig, scappiamo a gambe levate! La nostra navicella è intatta….che fortuna! “BEEP, BEEP, BEEP, BEEEEEP!”  “Oh no! Un altro SOS! La Stazione Rotante è in grosse difficoltà.
Bigwig , nel frattempo, mise in funzione l’XXX-RIPETITOR per cambiare rotta. La direzione era già cambiata e il piano proseguiva. Questo era poco, ma sicuro!
“Eccola la cometas!” Esclamò Pi.
Con l’aiuto di  una catapulta fortissima e si lanciarono sulla cometa. Lì trovarono due abitanti del pianeta Blu: Acqua e Frizzante. Distinti e di acqua ben vestiti, accolsero i due sventurati con gioia. Loro sapevano che dall’altra parte della cometa c’era un enorme massa d’acqua.
“Si narra però che lì vive un mostro d’acqua. Volete andare lo stesso?” disse Acqua.
 “ Sì, andiamo, non abbiamo scelta. Dobbiamo salvare la Stazione che è a secco di oro blu”. Rispose Pi.
 Frizzante, in un parsec, creò un aereo di acqua. Così partirono ma c’era un problema: visto che l’acqua dell’aereo era frizzante tutti si misero a saltellare a causa delle bollicine. Man mano che passava il tempo le bollicine si fecero sempre più frizzanti fino al punto che sbalzarono fuori dall’aereo. Frizzante però non li sentiva perché aveva le cuffie ad alto volume per sentire la sua musica preferita.
Per fortuna Acqua, Pi e Bigwig atterrarono su una massa d’ acqua che, però, ahi ahi… era la testa del mostro! Quest’ultimo li lanciò in cielo e andarono a colpire proprio l’aereo di Frizzante. Le bollicine diventarono sempre più frizzante e spumeggiante e rimbalzarono a  velocità della luce. In cinque parsec confissero il mostro. Ma non è finita qui, Frizzante, Acqua, Pi e Bigwig fecero amicizia con il mostro che decise di aiutarli per cercare l’oro blu che necessitava agli astronauti della Stazione Rotante.
Infatti il mostro disse: ”Andiamo vicino alla vostra supermobile. Prendete  tubo, spade e scudi! E venite con me”.
“Oh mio Dio! Cos’è quella roba verdastra puzzolente!”
Allarmato disse Frizzante.
“Spazzatura degli umani…Ora non hanno rispetto neanche per lo Spazio e ancora non hanno capito che l’acqua può esaurirsi anche sul loro pianeta, ormai traboccante di spazzatura…ma che rincitrulliti. Come faranno a proteggersi dal corona virus se non potranno neanche lavarsi le mani? Chi li capisce è bravo! Ma che puzza…ecco la cometa.”
 Disse il mostro alieno mentre si grattava il pancione traballante.
“ Ma sulle cometes c’è acquas?”Disse incredula Pi.
 Bigwig rispose: “Sìììììì…Perché le comete sono un miscuglio di ghiaccio e di roccia!” “Che stiamos aspettandos! Vamos! Anche se mi chiedo sempre mah… chissà se è vero.” Ma le avventure continuano…incontrarono un alieno dal corpo verde, la lingua e la bocca blu, gli occhi gialli ma di animo buono che disse: “ Oi oggetorp atseuq atemoc emrone.”
“Pi,che cosa vuol dire secondo te?” Chiese Acqua.
“ Secondo me vuol dire che dobbiamo cercare sul traduttore!!!”
 Cercarono in tutte le lingue ma in nessuna di queste, c’era la sua.
 Dopo un po’ di tempo si accorsero che parlava al contrario, pian piano impararono la sua lingua e dissero: “Omailgov erednerp nu òp id oro ulb.”
L’ alieno rispose “Ivetadomocca”. Con una voce pacata e gentile.
Poco più avanti trovarono un laghetto di acqua pura ghiacciato.
 “Lanciate  il tubo collegato alla supermobile Delta-X ,rompete il ghiaccio e risucchiate pure tutta quell’acqua!” Disse il mostro con voce tremolante.
“BBEEEP! BEEEP! BEEEP …Centrale di comando della Stazione Spaziale, stiamo iniziando a fare rifornimento di acqua, ripetos rifornimentos di acquas!” Disse Pi.
Si sentì per tutto l’universo un... GRAZIEeeeeee…amiciììì! Così tanto forte che anche le stelle fecero l’occhiolino a Pi e Bigwig.
“Perfetto! Pi abbiamo finalmente riempito i tre container! Adesso non ci rimane da tornare alla centrale!” Esclamò Bigwig.
Salirono sulla navicella spaziale con il cuore colmo di felicità. “Metti a posto il tubo! Io devo farmi un altro pisolino!...Aaaaaaahhhh! Disse Bigwig.
“Bel lavoro Pi! Finalmente abbiamo il 100% dell’acqua! E’ stata dura, ma la squadra vince sempre !” Concluse il grande capo della Stazione Rotante.
 
 
 



Sofia combina guai 

a.s. 2019/2020

TEMA: FAMIGLIA
Racconto classificato tra i primi 10 premiati
Sono Sofia, ho nove anni e anche se sono ancora piccola, non ho un momento della giornata libero, perché sono sempre stra-impegnata. Palestra, musica, scuola, compiti, lezioni d’inglese, catechismo, riempiono le mie giornate e, papà che è un tipo strano e buffo, dice che ho più impegni di lui: ma che dice!Sta sempre a lavoro e, quando (quasi mai) è in casa pensa sempre alla mamma o a quel “rompi rompi” di mio fratello. Ha il coraggio di dirmi che, per vedermi, deve prendere un appuntamento! Roba da matti! La mamma…e che lo dico a fare, si lamenta sempre che deve accompagnarmi dappertutto e la sera dice che ha la testa che le va in fiamme! Allora io già vedo i pompieri in azione e i capelli che mentre bruciano si dimenano come dei vermi. Bleah, Bleah Bleah … che schifo!
 Un pomeriggio, la mamma buttata sul divano, con gli occhi chiusi e un filo di voce (segreto:è una strategia per far impietosire papà) ha chiesto un po’ di riposo. Papà mi ha proposto di andare a trovare i nonni, così anche lui poteva starsene in santa pace(Bella soluzione!). Ma io ero strafelice di passare un po’ di tempo con i nonni. Evvaiiiiii…w i nonni,mi ripetevo mentre il carroccio di papà mi accompagnava da loro.
 Il nonno è come Homer Simpson ed è tutto d’un pezzo. La nonna è come Marge Simpson. E’ buona, disponibile e pronta a risolvere tutti i problemi. 
Le prime ore del pomeriggio le ho trascorse con il nonno nel suo panificio. Il nonno, dovete sapere, ha un panificio stra-figo! C’è di tutto, dal pane ai tarallini, alle friselline, a biscottini di ogni tipo, fino a delle torte davvero squisite! Mi ha chiesto di aiutarlo a fare il pane e così ho messo il grembiule, il cappellino e i guanti. 
 Ho preso la ciotola per mettere la farina e fin qui tutto ok. Ma…all’improvviso ho iniziato a starnutire, ecciùùùù, ecciùùùù… ecciùùùù, ecciùùùù… che è volato tutto per aria e ho infarinato tutti i piani di lavoro. Il nonno si è trasformato in uno yeti! “Oh, povera me” pensavo. “Ora mi sculaccerà!”. 
Ma, ad un tratto, la mia sfiga sembrava svanita. Il nonno si è armato di pazienza e mi ha portato subito dalla nonna. 
Donna d’altri tempi: paziente e resiliente. A dire il vero, però, a volte lancia qualche “bomba ad aria” e con la faccia tosta dice: ”Sofia, sei stata tu?” In effetti da lei ho imparato la sopravvivenza. “Sofia pazienza, il nonno capirà anzi ora lo sbalordiremo, prepareremo il pesto alla siciliana che a lui piace tanto. Lo sai quanto ama la sua terra e le sue ricette.” Io felice ho accettato, anche se in cuor mio, pensavo: “Ma la nonna non è siciliana! Sicuramente faremo una bella schifezza”. “Sofia, prepariamo gli ingredienti e mi raccomando il pepe”. Ha detto la nonna mentre si allontanava per prendere il basilico. 
“Ops, il pepe?” “Il nonno ci ammazzerà. Il pepe nel pesto siciliano? Il nonno è un esperto di cucina siciliana e dopo il disastro di questa mattina gli preparo pure il pesto con il pepe?! Oh, no! Devo escogitare un piano. 
Chiamo il nonno…” Drin, drin… “Nonno, ti stiamo preparando il pesto siciliano, con tanto pepe, contento?” “Matri mia… il pepe? Ma voi mi volete morto! Il pepe nel pesto siciliano? Oh, povero me, moglie e nipote da “scancellare” dal cuore!” 
“Sofia, escogita un altro piano, non puoi mettere il pepe nel pesto siciliano! Vado ripetendomi, sono un vero disastro, non valgo un fico secco! Devo darmi da fare. E se facessi cadere accidentalmente tutto il pepe per terra? Farei felice il nonno.”
 Ecco ritornare la nonna. Crash, chok… Crash, chok… “Nonnaaaaa, sono inciampata! 
Ho versato tutto il pepe per terra!” La nonna, che come ho già detto è una donna d’altri tempi, mi ha accarezzato e mi ha detto: “Non sono questi i problemi, tranquilla, ne faremo a meno. Nella vita bisogna imparare a trovare sempre le soluzioni.” “Che bambina fortunata che sono: ho una super nonna!” Continuavo a pensare. 
Ed ero felice, anzi strafeliceeeeeee…. “Sei pronta, Sofia? Mettiamo gli ingredienti nel boccale…” Continuò la nonna con una voce “caramellosa”. 
Ma non ci crederete, proprio in quel momento la nonna deve correre in bagno, ha mangiato troppi fagioli, il bombardamento è già iniziato! “Sofia, continua tu, devo correre!!!” Ripeteva la nonna mentre si avviava verso la porta del bagno. (Vssss…pum, vssss…pum, in aria i suoni onomatopeici si rincorrevano) Ahahahah… Ahahahah… 
Così, ridendo ho premuto il tasto del frullatore senza mettere il coperchio…che disastro! Diventai tutta rossa e incominciai a sudare freddo. Avevo imbrattato tutta la cucina, sembrava invasa da tante piccole formiche e vermiciattoli che piano piano scivolavano e si depositavano sul lucido pavimento. 
Ero corsa a nascondermi sotto il tavolo… “La nonna mi perdonerà, ma il nonno, il pesto?”
 Ed ecco ritornare la nonna. “Sofiaaa, che hai combinato?” “Nonna, perdonami, sono Sofia combina guai…” ho aggiunto con un filo di voce.
 “Sofia, non poltrire là sotto, rimboccati le maniche e aiutami a pulire. Poi scendi giù in negozio, compra il pesto alla siciliana e diciamo al nonno che l’abbiamo fatto noi, che poi mi sa che non ci voleva il pepe! A volte una sana bugia risolve i piccoli problemi.” Ha subito aggiunto la nonna. 
La sera quando sono tornata a casa e ho raccontato tutto a mamma e papà ma, non ci crederete, mi sentivo più forte, sicura di me e felice per la giornata trascorsa. 
Così ho chiesto loro se avessero bisogno di aiuto ma ridendo come matti, hanno rifiutato. Forse pensano ancora che sono una combina guai! Non hanno capito che con la nonna ho imparato a sapermela cavare sempre, i miei guai si sono trasformati in risorse!

Un pomeriggio molto molto movimentato


Era un pomeriggio d’estate, faceva molto caldo. Io e mio cugino Antonio eravamo a casa al mare di mia nonna; un altro mio cugino, di nome Gabriele, abitava nelle vicinanze.
Sembrava una giornata come tante, la routine era imperante.
Ci stavamo annoiando…ma ecco arrivare Gabriele(mio cugino), detto anche “ci penso io”.
“Ragazzi forza,ci penso io, si gioca! Ho portato dei palloncini d’acqua!”Esordì.
Come al solito io avevo paura anche dell’acqua! “Se mi bagno? Rovino le scarpe e il vestito nuovo…la mamma non sarà felicissima! Lei è così fashion ed è sempre curata. Compra tutto in un negozio chic e, se devo dirla tutta, preferisce i vestiti e il cellulare a me! ”Pensavo e continuavo a rosicchiarmi le pellicine delle unghie, contemporaneamente vedevo la trasformazione del volto di mia madre per la rabbia e il sorriso sarcastico di quel babbeo di mio padre che fa e approva tutto quello che dice mia madre.  
Ma lasciamo stare, ritorniamo a quel pomeriggio movimentato.
Gabriele  incominciò ad urlare: “Antoniooooo, Chiaraaaaa, venite con me,  ci penso io!”E incominciò a lanciarci i palloncini d’acqua.
Dopo pochi minuti eravamo bagnati. All’improvviso il gioco si era trasformato in una piccola guerra!
È inutile dirvi quanto ci siamo divertiti.
Se non fosse arrivata quella rompiscatole di mia madre che con il muso storto ci invitò ad asciugare i vestiti e sistemare il giardino della nonna. Sembrava la signorina Rottermier. Pignola fino all’ossessione: tutto doveva essere fatto secondo i suoi ordini.
Ma io , Antonio e Gabriele non ci siamo persi d’animo. Abbiamo sistemato tutto e siamo andati dall’altra parte del giardino, in un punto lontano dagli occhi della signorina Rottermeir… Ahahahahah…abbiamo rubato una ciotola alla nonna e, dopo averla riempita d’acqua, abbiamo preso due pistole ad acqua e  siamo scesi nel campo di battaglia.
All’inizio  abbiamo riempito tutte e due le pistole e abbiamo provato a sparare insieme, ma non era una buona idea perché quando finiva l’acqua, dovevamo correre per andarla a riempire e, quando eravamo di spalle, bum bum ,Gabriele ci sparava.
Così ci siamo abbassati e abbiamo escogitato un piano: ”Antonio, hai un’idea? Veloce, veloce, altrimenti ci spara!” Ho sussurrato…  “Possiamo fare che io riempio le pistole e tu spari”. Rispose Antonio.
“Ok, bel piano!Dai proviamo”. Aggiunsi.
Il suo piano funzionava,quando finivamo l’acqua nelle pistole, avevamo subito pronta l’altra carica. Così abbiamo vinto.
Io avevo dimenticato le scarpe nuove, il vestito e perfino mia madre! Mi sentivo forte e coraggiosa, una sensazione mai provata prima. Vi consiglio di farla questa esperienza al più presto, è stra-stra-divertente.
Ma non è finita qui.
Ed ecco il terzo round! Materiali: guanti in plastica e bustine alimentari rubate dalla dispensa della nonna.
Li avremmo riempiti sempre d’acqua per continuare la guerra.
Ma prima di iniziare la battaglia abbiamo dovuto definire gli spazi con un muro che divideva le due case confinanti (quella della nonna e quella della zia Elisa).
Gabriele che non voleva continuare a perdere, si è trovato una compagna: zia Elisa, arrivata dalla Francia( Simpaticissima e con la erre moscia. Che poi i francesi hanno tutti la erre moscia forse perché se la tirano un po’, perché pare che sia un modo elegante di parlare …mah , chi li capisce!)
Con la pompa io e Antonio riempivamo subito le bustine e i guanti, invece loro dovevano andare fino in bagno per riempirli.
Però zia Elisa riusciva a fare velocemente i nodi ai “palloncini” invece noi, non essendo pratici nel fare i nodi, ci bagnavamo tutti perché la busta si svuotava ed eravamo costretti a riempirli di nuovo. Che disastro!
Questa volta la battaglia l’avevamo persa! Pazienza, l’importante è partecipare, resistere e divertirsi. Che sconfitta movimentata, in un pomeriggio molto molto movimentato!.
Si era fatto tardi, Gabriele era andato via e io e Antonio avevamo scoperto che le buste d’acqua potevano diventare “squisci”a forma di neonati antistress.
Ne abbiamo trasformate un bel po’ e ce ne siamo presi cura di loro come se fossero bambini veri.
Li accarezzavamo, li facevamo fare il bagnetto e li mettevamo sulle sedie a fare la nanna.
Ma la loro fine è arrivata quando mia madre, sbucata all’improvviso, ha deciso di sedersi su una delle sedie da noi utilizzata e …ploff!
Il vestito chic della mamma bagnato e la veranda allagata…e la nonna con la scopa che ci rincorreva!”Questa volta non la passerete liscia”Ripeteva e se la rideva(Era diventata una nostra complice).
“Oh, poveri noi!” pensavo e mentre Antonio correva come una lepre e io lo seguivo.
La signorina Rottermeier(La mia mamma) sbraitava:”Chiaraaaaaaa…Antoniooooo… le scarpe nuoveeeee… il vestitooooo…!”La nonna ci salvò. Sante nonne!Mentre ci rincorreva, prese uno “squisci”e lo lanciò addosso alla mamma che  fu costretta a calmarsi… e io ridevo come una pazza!
È stato un pomeriggio bellissimo e vorrei riviverlo ancora, ma so che devo aspettare la prossima estate… Purtroppo, a casa mia, comanda solo la Signorina Rottermeier!Ahahahahahah…




PORTA…ci un amico 

Scrittori di classe a.s.2015/2016 

classe 5B 

Testo inventato dagli alunni 





Juliane e Marco si ritrovarono improvvisamente catapultati dentro la 
scena del quadro che stavano osservando. Non sapevano come potesse 
essere successa una cosa del genere, però sapevano chi era il colpevole 
di tutto ciò: lo strano custode di quella stanza del museo.
Quel giorno Juliane e Marco si trovarono al museo. 
La sera prima i genitori avevano confermato che,finalmente, sarebbero 
andati a visitare il museo più famoso del mondo: Le Louvre a Parigi. 
Eccitati per la nuova esperienza e felici perché finalmente non avrebbero 
dovuto studiare, almeno per un giorno, quella odiosa matematica, 
entrarono nel museo. 
“Che strane opere, cosa avranno di tanto importante? Questi quadri non 
dicono un bel niente ! Che personaggi curiosi, non so, forse era meglio 
restare a casa… Lo diremo alla maestra non è certo un’esperienza 
interessante… ahahahahaha….!” Dicevano e ridevano Marco e Juliane. 
Uno strano custode li sbirciava e stanco di sopportarli disse: 
“Avete detto che i quadri non vi dicono niente, vi ho sentiti. Ebbene ora 
scoprirete che i quadri parlano. Eccome! Se volete uscire dal labirinto in 
cui vi ho rinchiusi, sarete costretti a parlare coi personaggi dei quadri. 
Fra loro ci saranno veri amici che vi aiuteranno e falsi amici che 
cercheranno di mettervi fuori strada. 
Dovete ascoltare bene tutti e cercare di capire quali sono i veri amici e
quali no. 
Solo così troverete la porta, l’unica porta che vi permetterà di passare di 
quadro in quadro, fino all’uscita… 
“Di quadro in quadro?! Ma che sta dicendo? Ci faccia uscire!” esclamò 
Juliane. 
“Ma chi è lei e quanti quadri dovremmo attraversare?” chiese invece 
Marco. 
Quella strana e inquietante situazione spaventava un po’ i due bambini, 
che però cercavano coraggiosamente di controllare la loro paura. 
“Io sono il custode dei quadri, e anche un mago” rispose l’uomo. “Se 
saprete riconoscere i veri amici, le porte saranno solo sette. Io vi 
aspetterò all’uscita del labirinto”. 
La figura del custode scomparve e i due bambini si ritrovarono soli dentro 
il quadro. 
Per la prima volta si guardarono intorno… 
Impauriti, ripetevano le parole del custode: 
“ Solo così troverete 7 porte per passare di quadro in quadro e 
raggiungere la fine del labirinto, io vi aspetterò lì…” 
“BUONA FORTUNA a noi allora!” Disse Marco. 
“Buona fortuna…ma tanta fortuna” ripeteva Juliane. 
Marco , pensieroso ma intrepido, accettò quel tipo di sfida. 
Juliane non era per nulla contenta e tremava come un budino. 
Marco, resosi conto della situazione, incominciò a denigrarla: 
''FIFONA, non sei nient’altro che una fifona”.
Allora Juliane, rossa dalla rabbia, disse:''ANDIAMO! A me fifona? Io sono 
molto coraggiosa…non ho paura dei quadri!'' 
In realtà Juliene temeva che Marco l’avrebbe riferito ai suoi amici. 
( A volte gli amici sanno essere anche cattivi!) 
Si guardarono intorno. 
Una donna dal sorriso accattivante li osservava incuriosita: 
“Oh, che carini! Ma perchè non siete felici.? Dai…vi faccio ridere io? Dai...vi 
racconto una barzelletta?'' 
Marco rispose: “No, grazie!” 
“Ve la racconto lo stesso” - aggiunse la Signora - “Allora… ci sono due 
amici come voi che litigano e poi diventano mici perché, litigando, hanno 
perso la A. 
Vi è paciuta? Ah.ma certo che vi è piaciuta. L' ha raccontata la Gioconda!'' 
Juliane non ebbe paura e disse la verità: “Non ci fa ridere!” 
La Gioconda apprezzò la loro sincerità. 
- “La Gioconda è un’amica vera, ci ha visti tristi e voleva farci ridere, ha 
capito che siamo stati sinceri” - pensarono Marco e Juliane. 

- “I veri amici sanno far ridereeeeeee… e sono sinceri!” - ripetè ad alta 
voce la bella e intrigante Signora che abbracciò Juliane e Marco e aprì loro 
una porta che si affacciava su un paesaggio incantato.
La Gioconda li aveva aiutati… era una vera amica! 
Ai loro occhi apparve un paesaggio mai visto: un po' blu, un po' arancione, 
un po' giallo. 
Era un mix di colori ma, allo stesso tempo, di emozioni. 
Il loro cuore batteva all'impazzata. 
Dritto, dinanzi a loro, si ergeva un albero maestoso, che aumentò la loro 
inquietudine. 
Juliane e Marco si abbracciarono. 
Un uomo strano apparve improvvisamente da un cespuglio, avvolto in 
un’aura portale (una luce che riusciva ad aprire le porte). 
Anche i vestiti erano rappezzati e aveva tutta l’aria di un imbroglione. 
L’uomo esclamò: “ARCIBANCOLINA, mi avete trovato, ora tocca a voi 
NASCONDERVI!!.se volete tornare al museo!'' 
I due bambini non capivano cosa volesse dire ma, confusi, andarono a 
nascondersi dietro l’albero maestoso. 
Intanto l’uomo, con una bacchetta a forma di unicorno, risucchiò l’aura del 
portale e se ne andò. Era troppo vanitoso (possedeva un’aura portale) per 
pensare a loro.
Questa volta la porta non si aprì. 
Juliene e Marco iniziarono a dubitare. 
“Non ce la faremo mai!” si dissero. 
Improvvisamente l’albero abbasso i suoi rami e li accarezzò. 
Poi bussò ad una porta che prontamente si aprì. 
“Ecco, disse Juliane, lui è un vero amico”. 
L’albero inquietante (con molta probabilità erano finiti in un quadro di Van 
Gogh) era in realtà un vero amico: li aveva aiutati nel momento del 
bisogno. 
Marco non fece in tempo a rispondere a Juliane che un coniglio apparve da 
dietro un cespuglio: 
“Ci siete cascati, benvenuti!! Venite… ma se volete mangiare, dovrete 
rubare!” 
Juliane e Marco si spaventarono e corsero via… allora il coniglio fece un 
intreccio difficilissimo con le sue orecchie e i due furono risucchiati da un 
portale tridimensionale. 
Avevano capito che il coniglio non era un amico…(voleva farli diventare 
dei ladri ) 
e… un’altra porta avevano superato! 
Si ritrovarono in...in...non sapevano in che quadro fossero capitati. 
Ma Juliane disse: 
“Che emozioni,quasi quasi, mi sta piacendo conoscere questi strani luoghi 
e personaggi”. 
Mentre Juliane parlava, dietro di loro apparve un rospo:
“Mamma mia, quanto sono BRUTTOOOOOOOoooo… cra cra cra!”esordì. 
I due, attratti dalle urla disperate del rospo, gli chiesero: 
“Caro rospo, perchè gracidi tanto?!?!” 
Il rospo, singhiozzando rispose: 
“Voglio essere più bello!!!!” 
Marco aggiunse: “Allora io inizierei…hummmm…con una crema depilatoria , 
con un po’ di fard, un po’ di rossetto, una parrucca…ma soprattutto una 
DIETaaaaaa…!” 
Il rospo sembrò felice e disse: “Ahahahah… grazie, mi avete salv... 
PARAPONSIPONSIPÀ” 
E improvvisamente li rinchiuse in un gigantesco globo di elettricità. 
Per Juliane non fu facile capire subito la situazione. 
Infatti Marco esclamò: “Ma...ma…cosa ti è successo Juliane!?!?” 
Juliane era paralizzata e non riusciva a muoversi. 
Per fortuna loro,lì vicino c’era la fatina di Pinocchio che li vide e disse: 
“Che formula ha usato il rospo?” 
Marco non capiva ma rispose: “Ha detto PARAPONSIPONSIPÀ” 
La fatina ripetè:"PARAPONSIPONSIPA'". 
Li liberò e aggiunse: “Non dovete fidarvi di tuttiiiiiiii…!” 
Li teletrasportò in una stanza. 
“La fatina ha ragione…non dovevamo fidarci…subito”Pensarono i due 
malcapitati. 
Avevano capito che il rospo non era un vero amico. 
Così, dal soffitto, scese lentamente una scala. 
In cima alla scala un’altra porta si aprì… 
Stanchi e basiti chiusero gli occhi. 
Davanti a loro apparve un ambiente diverso. 
Era...era... fantastico,a dir poco. 
C'erano tantissimi orologi di tutte le forme possibili e immaginabili. 
Alcuni erano quadrati, altri circolari, altri ancora triangolari. 
Insomma, un paradiso per gli orologiai! 
Spuntò dal nulla un piccolo ometto giallo e verde con un piccolo orologio 
in mano. 
Disse: “Giochiamo ad acchi...ora vi sistemo io!'' 
Subito tirò fuori dalla tasca un altro orologio e con un clik fermò il tempo. 
“Hi Hi Hiiii… ci siete cascati ancora” – ridacchiò – “ora...ora... non tornerete
più a casa!” 
Fu fermato dalla moglie isterica: “Giovanni, non hai ancora trovato un 
lavoro. 
Non stare sempre in giro, RINCITRULLITO, sei un buono a nulla… 
Servi solo a far spaventare i bambini...vai in cucina e gira le lancette 
dell'orologio! Non vedi che il tempo è impazzito e io sono diventata già 
vecchia! Lo sai che il tempo fa il contrario di quello che tu dici!” 
Intanto Marco capì che quell’ometto voleva metterli fuori strada. 
Così si fece coraggio e, come aveva fatto la fatina, ripetè: 
“PARAPONSIPONSIPA” e… magicamente un’altra porta si aprì. 
Che fatica! Ora avrebbero dovuto scalare una montagna. Una vera opera 
d’arte! 
Erano ritornati nel museo ora dovevano rivedersela con un quadro di Van 
Gogh. 
“Come faremo?” pensavano Marco e Juliane. 
Ad un tratto comparve un’aquila reale che, uscita da chissà quale quadro, 
li prese sulle sue ali e li trasportò in cima alla montagna. 
“Lei sì che è una vera amica! I veri amici non ti lasciano mai soli… 
Ti aiutano nel momento del bisogno… 
Quando ritornerò a scuola sarò più attento ad Angelo, lui è meno 
fortunato di noi, ha bisogno d’aiuto!”Disse tra sè e sè Marco. 
Improvvisamente un’altra porta si aprì… 


- “Ma questo è un arcobaleno, è arte Naif!” - esclamò, incantata, Juliane. 
“Quanti palloncini” aggiunse – “i bambini s’arrampicano sugli alberi…che 
mondo incantato!” 
Un bambino li invitò a giocare. 
Marco e Juliane felici accettarono. 
Si misero a ricorrere i palloncini, s’arrampicarono sugli alberi e giocarono 
anche a nascondino. 
Giocarono insieme per ore ed ore senza mai stancarsi. 
Condivisero tutto, anche la merenda. 
“Così avremmo dovuto fare con i compagni a scuola!” pensò Juliane. 
Ma ora dovevano aprire l’ultima porta. 
I loro genitori, preoccupati, erano nel museo ad attenderli. 
Juliane era dispiaciuta di lasciare i suoi nuovi amici. 
Per un attimo pianse e lì, dove le sue lacrime bagnarono il pavimento, si
aprì l’ultima porta. 
Marco e Juliane la varcarono e, come aveva predetto il custode, si 
ritrovarono alla fine del labirinto. 
Una voce imperiosa esclamò: “Siete arrivati alla fine del viaggio, cosa 
avete imparato?!” 
Marco rispose: “Che è bello avere tanti amici! Che è importante essere un 
amico per gli altri! Che anche i quadri possono parlarti di amicizia! ”. 




Concorso “Fair Play” per il progetto “Sport di classe”Scrittura creativa a.s. 2015. Testo inventato dagli alunni 


Francesca e la fragola
Eccomi qui! Sono una fragola bella e “cicciosa”.
Sono stata comprata da una bella bimba: Francesca.
Sono sicura che invece di mangiarmi mi farà dimagrire…
mah…sarà difficile.
Ha l’aria di chi mangia di tutto, fa poco sport ed è cicciona come me!
“Mamma che bella fragola!” Feci appena in tempo a sentire queste parole che mi trovai nella bocca di Francesca!
Fui così catapultata, rotolando con tutta la mia ciccia, davanti ad un ascensore.
Vicino a me c’era un grosso wurstel al quale chiesi:” Dove ci troviamo?”
Non seppe rispondermi, anzi mi invitò a correre.
Ahimè, il fiatone mi bloccò.
Ah …se avessi fatto più sport!
Una  forza brutale mi spinse e precipitai . Giùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùù…insieme al wurstel.
Ci ritrovammo su un tappeto elastico viola ,dove sostanze strane ci attaccarono.
Cercavamo di resistere ma ci scaraventarono in una piscina verde.
Lì conobbi una marea di patatine fritte viscide e unte.
Un vigile ci controllò. Io risultai piena di concime e di pesticidi. Il wurstel  pieno di conservanti e le patatine furono subito immobilizzate perché pericolose.
Il vigile urlò:” Pericolo, pericolo. Attaccate!”
Ci scaraventarono in un tubo lunghissimo, successivo ad un altro più corto.
La piscina verde straripò e un vero e proprio terremoto ci colpì.
Feci, ancora una volta in tempo a sentire Francesca che urlava: Un bagno, un bagno… la pancia, la pancia… che dolore! Ho poco tempo…
Intanto una forza sempre più irruente ci spingeva.
 “Un bagno…eccolo!”Disse Francesca.
Oh,oh ,ohohoho… urlai.
Eravamo stati gettati via…e prima di svenire sentii ancora Francesca che diceva: “Imparerò a fare sport e a mangiare sano!”











Nessun commento: